Stati Uniti respingono l'accusa di genocidio a Gaza

Il governo degli Stati Uniti ha respinto l'accusa di un genocidio nella Striscia di Gaza. Tuttavia, ha esortato Israele a intensificare gli sforzi per garantire la protezione dei civili nell'enclave palestinese. "Siamo certi che Israele possa e debba fare di più per garantire la protezione e il benessere dei civili innocenti. Non crediamo che quello che sta accadendo a Gaza sia un genocidio", ha dichiarato Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca.

Bombardamenti in campo profughi

Un edificio di tre piani è stato colpito da un bombardamento israeliano nell'area che ospita il campo profughi di Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza. Secondo l'agenzia palestinese Wafa, almeno 14 persone sono rimaste uccise, tra cui diversi bambini. Anche il campo di Jabalia, nel nord, e la città di Beit Lahia a nordovest sono stati colpiti da raid.

Controversie sui numeri

La notizia che non lo era: i numeri diffusi da Hamas sulle morti dei civili a Gaza a seguito della controffensiva israeliana non sono attendibili. A riconoscerlo, senza ammetterlo, è stato l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (Ocha). Lo scorso 8 maggio, l’Ocha ha riportato la perdita nell'enclave palestinese di 34.844 vite umane: di queste 4.959 sarebbero donne e 7.797 bambini, 2.088 morti sarebbero maschi adulti.

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