Inchiesta a Genova: il presidente della Regione Liguria agli arresti domiciliari

Gianluigi Aponte, patron di Msc, è in conflitto con tutti a Genova. Nuove rivelazioni emergono dall'inchiesta su Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, riguardo gli scontri di Aponte con Spinelli sul porto ligure. Le intercettazioni citate nell'ordinanza che ha portato alla custodia cautelare di Toti, Signorini e Spinelli rivelano uno scambio di favori nel porto.

Il conflitto nel porto

Aponte esprime la sua frustrazione al telefono con l'ex presidente dell'autorità portuale: "Ne ho abbastanza di questi intrallazzi", dice, "questo è un ladrocinio, è veramente mafia… è uno schifo, e tutta la sua organizzazione sotto di lei sono dei corrotti". Queste parole rivelano un profondo disaccordo e una forte tensione tra le parti coinvolte.

I "regali" del consulente di Iren

L'inchiesta di Genova ha portato agli arresti domiciliari il presidente della Regione, Giovanni Toti, e l'amministratore delegato, Paolo Emilio Signorini. Nonostante Iren, la società energetica, sia estranea alle vicende dell'inchiesta, ha rischiato di essere travolta. Tra i "regali" del consulente di Iren a Signorini ci sono un'auto per andare a Montecarlo, un banchetto di nozze e un Apple Watch.

L'inchiesta si allarga

L'inchiesta per corruzione e corruzione elettorale della Procura di Genova sul "sistema Toti" si allarga. Oltre agli imprenditori portuali, tra i finanziatori di Change, la fondazione che faceva capo a Toti, e il Comitato Giovanni Toti, ci sono anche imprenditori che si occupano di rifiuti e discariche. La procura va a caccia degli imprenditori coinvolti e nell'ordinanza si legge che Toti avrebbe ricevuto 195mila euro da imprenditori dei rifiuti.

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