L'attacco alla Crocus City Hall: la Russia divide l'élite

La recente versione del governo russo sulla carneficina di Mosca ha suscitato molte polemiche. Secondo questa versione, gli organizzatori dell'attacco sarebbero stati ucraini, americani e inglesi. Questa affermazione ha portato a ripensare all'importanza della verifica delle fonti nel giornalismo, un principio fondamentale per chi scrive e legge le notizie.

La divisione tra i fedelissimi di Putin

La propaganda russa sta creando una spaccatura tra i fedelissimi di Vladimir Putin. Secondo quanto riportato da Bloomberg, quattro dei più stretti collaboratori di Putin hanno cercato di convincerlo ad abbandonare la “pista ucraina” nelle indagini sull’attentato alla Crocus City Hall. Tuttavia, due esponenti di punta del regime hanno preso posizione sul lato opposto della barricata.

La posizione del Consiglio di sicurezza

Nikolaj Patrushev, segretario del Consiglio di sicurezza, quando un giornalista gli ha chiesto se dietro all’attacco vi fosse Kiev o l’Isis, ha risposto: “L’Ucraina, naturalmente”. Questa affermazione ha ulteriormente alimentato le tensioni.

La grande bugia di Putin

Contro ogni evidenza, Vladimir Putin ha scelto la versione a lui più congeniale dell’attacco terroristico alla Crocus City Hall di Mosca. Ha attribuito la responsabilità diretta, come mandanti e addirittura organizzatori, all’Ucraina, agli Stati Uniti e alla Gran Bretagna, a “quell’Occidente collettivo” e al suo braccio armato, il “regime nazista” di Kiev. Questa versione degli eventi ha suscitato molte critiche e dubbi sulla sua veridicità.

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