In altre parole, anche se a maggio si è registrato un rimbalzo del 42,1% rispetto al mese di aprile, l'emergenza coronavirus e il conseguente lockdown pesano ancora molto sull'economia italiana. A maggio la produzione industriale in Italia torna a crescere. Ma solo rispetto al mese di aprile: se si guarda alla variazione annua, i dati sono profondamente negativi. Allo stesso tempo, però, tutti i settori di attività economica registrano delle…
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L'indice generale, al netto della stagionalità, si è registrata una riduzione del 20% rispetto al mese di gennaio, ultimo periodo precedente l'emergenza sanitaria. La produzione risulta ancora inferiore, nei dati destagionalizzati, del 20% rispetto a gennaio 2020 e del 19,2% su febbraio 2020, ultimo mese pre-crisi". La produzione industriale di autoveicoli, a maggio, è calata del 50,8% rispetto allo stesso mese del 2019. Corretto per gli effetti di calendario, a…
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"Il livello della produzione, peraltro, risente ancora della situazione generata dall'epidemia di Covid-19: l'indice generale, al netto della stagionalita', presenta una flessione del 20,0% rispetto al mese di gennaio, ultimo periodo precedente l'emergenza sanitaria", aggiunge. Economia Industria: Istat, a maggio pesa ancora Covid, +42,1% ma -20,3% sull'anno. Condividi. A maggio si stima che l'indice destagionalizzato della produzione industriale aumenti del 42,1% rispetto…
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I dati Istat hanno fotografato un rimbalzo ben oltre le attese, dopo il pesante crollo registrato in marzo e aprile. Dovalue in rialzo del 2,8% dopo la pubblicazione delle stime sui risultati dei primi sei mesi del 2020. La borsa milanese registra la migliore performance tra quelle europee che, pur positive, continuano a risentire delle incertezze legate all'aumento del numero dei contagiati da coronavirus nel mondo.
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Abbiamo ancora molta strada da fare, ma ila maggio è molto importante e stimiamo che proseguirà, anche se prevedibilmente a tassi più contenuti, nel bimestre giugno-luglio". Lo ha detto il Ministro dell'Economia e delle Finanze,in merito ai dati sulla produzione industriale di maggio, che ha fatto segnare un rialzo del 42,1% rispetto ad aprile. "L'aumento della produzione a maggio è un dato atteso e fisiologico, che non sorprende e non deve daredel tutto ingiustificati in questo momento di grave…
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Nel corso della fase di rilevazione dei dati, per il mese di maggio, non vi è stata alcuna riduzione del tasso di risposta delle imprese a causa dell’emergenza sanitaria. Corretto per gli effetti di calendario, a maggio 2020 l’indice complessivo diminuisce in termini tendenziali del 20,3% (i giorni lavorativi sono stati 20 contro i 22 di maggio 2019). In tutti i principali settori di attività economica, l'Istat rileva che si registrano diminuzioni tendenziali.
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Lo rileva l'Istat aggiungendo che corretto per gli effetti di calendario, l'indice complessivo diminuisce in termini tendenziali del 20,3% (i giorni lavorativi sono stati 20 contro i 22 di maggio 2019). Lo afferma l'Istat commentando i dati della produzione industriale di maggio. Economia Industria: Istat, a maggio pesa ancora Covid, +42,1% ma -20,3% sull'anno. Condividi. A maggio si stima che l'indice destagionalizzato della produzione industriale aumenti del 42,1% rispetto ad…
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L’indice mensile, prosegue Istat, mostra aumenti congiunturali (cioé di maggio rispetto ad aprile) diffusi in tutti i comparti: aumentano in misura marcata i beni strumentali (+65,8%), i beni intermedi (+48,0%), i beni di consumo (+30,8%). E ancora, viene fatto presente, “nella media del periodo marzo-maggio, il livello della produzione cala del 29,9% rispetto ai tre mesi precedenti”. Colpito in particolare il settore automobilistico, dimezzato a maggio: l’Istat ha…
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Su base annua la situazione registra ribassi in tutti i settori, mentre a maggio, rispetto ad aprile, tutti i comparti" dell'industria italiana sono in crescita congiunturale, ad eccezione di quello delle industrie alimentari, bevande e tabacco, che registra una leggera flessione, (-0,5%). Rispetto allo scorso anno la produzione industriale è diminuita del -20,3%, con un picco che raggiunge -29,3% per i beni di consumo durevoli».
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