Viminale conferma: il voto a 'Giorgia' è valido

Le fonti del ministero dell'Interno hanno recentemente chiarito un dubbio che gravava sulle prossime elezioni europee. Hanno confermato che il voto espresso utilizzando espressioni identificative come diminutivi o soprannomi, precedentemente comunicati agli elettori, è valido. Questa modalità di espressione della preferenza può essere utilizzata da qualsiasi elettore, purché sia possibile desumere la volontà effettiva di chi si reca al seggio.

Il caso di 'Giorgia'

La questione è emersa quando la premier Giorgia Meloni ha lanciato la propria candidatura invitando a scrivere "Giorgia" sulla scheda elettorale. Questo ha sollevato dubbi sulla possibile invalidità del voto a Fratelli d'Italia per le Europee dell'8 e 9 giugno prossimi. Tuttavia, le fonti del ministero dell'Interno hanno negato che questa pratica possa invalidare il voto.

Precedenti e indicazioni

Nel manuale di indicazioni per i presidenti di seggio prodotto dal ministero dell'Interno in occasione delle consultazioni, viene riportato tra i casi di voto valido quello che vede la preferenza per il candidato assegnata utilizzando espressioni identificative. Il ministero dell'Interno cita una pronuncia del 2007 del Consiglio di Stato riguardante un caso in cui la preferenza è stata espressa con il solo nome proprio: 'Anna'.

Scrivere sulla scheda elettorale solo il nome proprio del candidato non invalida la scheda. Per le prossime elezioni europee, sarà lecito votare "Giorgia", come la premier ha invitato a fare. Questa decisione del Viminale apre la strada a nuove modalità di espressione del voto, rendendo le elezioni più accessibili e comprensibili per tutti gli elettori.

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