La Stampa 6/7/2015
È come un canto, ritmato anche da un leggero battere di mani. In un’alba salita con una grande nube candida alle spalle dell’Everest i due giovani monaci buddisti pregano perché «la terra si plachi, cessi di sconvolgere le nostre vite». Sono sulla cresta a 5300 metri, costola morenica che s’inerpica dal pianoro dove è stata costruita la lucente pir...
Leggi