Ritorno trionfale dei CCCP a Bologna dopo tre decenni

Il concerto dei CCCP, tenutosi ieri sera in Piazza Maggiore a Bologna, ha segnato il ritorno trionfale del gruppo musicale dopo un'assenza di tre decenni. Il concerto, durato circa due ore, ha visto la band eseguire alcuni dei loro classici più amati, tra cui "Depressone caspica", che ha aperto lo spettacolo, e "Emilia Paranoica" e "Amandoti".

Un ritorno atteso

Il ritorno dei CCCP sul palco era molto atteso. Il gruppo si era sciolto il 3 ottobre del 1990, coincidendo con la caduta del Muro di Berlino. I fondatori del gruppo, Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni, si erano conosciuti in una discoteca di Kreuzberg, a Berlino. Da allora, la band non si era più esibita su un vero palco.

Un concerto senza tempo

Il concerto ha visto sul palco, oltre a Ferretti e Zamboni, anche Annarella e Fatur, accompagnati da Luca Rossi, Simone Filippi, Ezio Bonicelli, Simone Beneventi e Gabriele Genta. Il concerto è stato un viaggio nel tempo, un ritorno alle radici del gruppo, ma senza nostalgia. Le parole di Ferretti, "Ciò che fu ciò che è stato, ciò che è scampato. Cellula dormiente risvegliata al presente all’erta sto, inquieto l’orizzonte", hanno aperto lo spettacolo, risvegliando ricordi e emozioni nel pubblico.

Un rito collettivo

Il concerto dei CCCP è stato un vero e proprio rito collettivo, una liturgia postmoderna che ha coinvolto il pubblico in un'esperienza unica. Quarant'anni fa, nel cuore di Berlino, i CCCP nacquero dall'incontro tra Ferretti e Zamboni. Oggi, il loro ritorno sul palco rappresenta un momento di celebrazione della loro musica e del loro impatto sulla scena musicale italiana.

Il ritorno dei CCCP sul palco dopo tre decenni è stato un evento significativo per la musica italiana. Il loro concerto a Bologna ha dimostrato che la loro musica continua a essere rilevante e apprezzata, nonostante il passare del tempo. Con il loro ritorno, i CCCP hanno dimostrato che la "cellula dormiente" è stata risvegliata e che sono pronti a portare la loro musica a nuove generazioni di fan.

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