Proteste pro-Gaza alla Columbia University: sospensioni e arresti

Da circa una settimana, ogni mattina all'alba, ho costeggiato il campo di tende eretto dagli studenti sul lato ovest del prato di fronte alla biblioteca Butler della Columbia University. Il prato est è stato sgomberato 24 ore prima della nascita di questo, circa 10 giorni fa, dopo che la polizia di New York, chiamata ad intervenire dal nuovo Presidente della Columbia, Dr. Nemat Shafik (o «Minouche», come preferisce essere chiamata) ha arrestato più di 100 studenti.

Sospensioni e rischi per gli studenti

La Columbia University ha annunciato di aver cominciato a sospendere dal campus gli studenti che hanno deciso di non sgomberare l’area nonostante la scadenza dell’ultimatum. Chi è sospeso non potrà partecipare al semestre o, se è all’ultimo anno, laurearsi. Dopo un giorno di confusione all’università di Manhattan, una delle più prestigiose d’America, il via ai provvedimenti disciplinari segna un bivio per il board scolastico, alle prese da dieci giorni con le proteste pro-Gaza e contro Israele da parte di centinaia di studenti, personale scolastico e esterni, che si sono uniti ai ragazzi.

Ultimatum e conseguenze

Era l’ultimo giorno di lezioni ieri alla Columbia University, ed era anche l’ultimo giorno che la presidente dell’ateneo, Minouche Shafik, aveva concesso agli studenti accampati nel pratone centrale per protestare contro il sostegno degli Stati Uniti alla guerra di Gaza. Shafik aveva emanato un ultimatum, chiedendo ai manifestanti di lasciare l’accampamento se non volevano rischiare di essere sospesi e perdere l’anno accademico.

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