Tragedia a Casteldaccia, autopsie confermano la morte per idrogeno solforato

La tragedia di Casteldaccia ha visto la perdita di cinque operai il 6 maggio, durante i lavori di manutenzione nella rete fognaria. Le autopsie effettuate su tre delle vittime hanno confermato che la causa della morte è dovuta all'idrogeno solforato sprigionato dalla fermentazione dei liquami.

Condizioni degli operai sopravvissuti

Uno degli operai sopravvissuti alla tragedia, un 39enne, è stato dimesso dall'unità operativa di Pneumologia del Policlinico diretta dal professore Nicola Scichilone. Dopo una serie di controlli e esami di radiodiagnostica, le buone condizioni di salute del paziente sono state accertate. Tuttavia, un altro operaio, Domenico Viola, 62 anni, rimane in gravi condizioni in terapia intensiva.

Risultati delle autopsie

Le prime autopsie sulle vittime di Casteldaccia hanno rivelato che i polmoni degli operai erano ostruiti da idrogeno solforato. Questo gas tossico è stato rilasciato durante la fermentazione dei liquami nella rete fognaria. Le autopsie delle altre due vittime saranno eseguite domani.

La tragedia di Casteldaccia sottolinea i pericoli associati ai lavori di manutenzione nelle reti fognarie. L'idrogeno solforato, un gas altamente tossico, può accumularsi in queste aree e rappresentare un grave rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori. Questo incidente sottolinea l'importanza di implementare misure di sicurezza adeguate durante tali operazioni.

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