Ariston e Bosch sotto il controllo russo: una mossa di Putin

La tensione geopolitica si riflette sul panorama industriale internazionale. Due colossi dell'industria, Ariston e Bosch, sono stati posti sotto il controllo temporaneo del governo russo, in una mossa che ha scosso il settore degli elettrodomestici.

La presenza di Ariston in Russia

Ariston, parte del Gruppo Merloni, ha una presenza consolidata in Russia.

La società ha inaugurato la sua fabbrica a Vsevolozhsk, vicino a San Pietroburgo, nel 2005. L'impianto, che produce scaldacqua elettrici, è stato realizzato con un investimento di 30 milioni di euro.

Inizialmente, l'organico era composto da 300 persone, ma oggi il gruppo italiano impiega circa 200 unità, tra dirette e indirette, in Russia. Un ulteriore centinaio di dipendenti lavora presso l'ufficio commerciale di Mosca.

Il ruolo del governo italiano

La nazionalizzazione della filiale russa di Ariston ha suscitato preoccupazione anche a livello governativo in Italia.

Il Ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha espresso la massima attenzione del Governo verso la tutela delle aziende italiane e dei livelli produttivi e occupazionali nel settore degli elettrodomestici, considerato un asset strategico del Made in Italy.

L'azione di Putin

La decisione di Putin di mettere sotto controllo governativo le filiali russe di Ariston e Bosch è vista come una risposta alla continua assistenza degli Stati Uniti e dell'Europa a Kiev nella guerra in Ucraina.

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