Tensione nelle università americane: proteste e arresti nei campus

Le maggiori università statunitensi sono state travolte da proteste filo-palestinesi e anti-israeliane. La Columbia University di New York, leader delle proteste, ha annunciato che per il resto del semestre gli studenti potranno seguire le lezioni online, a causa del clima di violenza che si respira nel campus.

La situazione alla Columbia University

Molti studenti di fede ebraica hanno denunciato episodi di antisemitismo. Questo ha portato la Columbia University a decidere di spostare le lezioni online per il resto del semestre. La decisione è stata presa in risposta alle preoccupazioni espresse dagli studenti riguardo al clima di violenza che si respira nel campus.

Proteste in tutto il paese

Le proteste studentesche contro la guerra a Gaza stanno mettendo in subbuglio i campus degli Stati Uniti, da Yale a Berkeley, dal Massachusetts Institute of Technology alla Columbia University. Questa situazione ha riportato in primo piano un antico dilemma: come conciliare il diritto alla libertà di manifestazione del pensiero e il diritto, altrettanto fondamentale, alla non discriminazione.

Intervento della polizia

Negli ultimi giorni la situazione è letteralmente esplosa. Alcuni rettori hanno chiesto l’intervento della polizia antisommossa per sgomberare gli accampamenti dei gruppi studenteschi più radicali. Questo ha portato ad una serie di arresti di massa che hanno ulteriormente infiammato le proteste pro-Gaza.

Commenti sulla situazione

Federico Rampini, nella sua rubrica «Oriente Occidente», ha commentato gli scontri tra studenti e polizia durante le manifestazioni pro-Palestina che si sono tenute a New York. Ha ricordato la posizione anticonformista assunta da Pasolini durante gli scontri di Valle Giulia nel 1968, quando si schierò dalla parte dei poliziotti figli di proletari contro gli studenti borghesi figli di papà. Manifestazioni sempre più estese si sono tenute in questi giorni alla Columbia University e alla New York University.