Il caso Iuventa: un processo basato sul nulla

Il 4 marzo 2022, la procura di Trapani ha chiesto il rinvio a giudizio degli indagati nella maxi-inchiesta sulle organizzazioni non governative. Tuttavia, il 28 febbraio 2024, la stessa procura ha smentito se stessa, esprimendosi per il proscioglimento. Questa è la domanda che rimane sul banco degli imputati dopo che il giudice per l'udienza preliminare di Trapani, Samuele Corso, ha disposto il non luogo a procedere perché «il fatto non sussiste».

Un'udienza lunga e complessa

Tra quelle due date si è snodata un'udienza preliminare definita in aula «tra le più lunghe e complesse della storia giudiziale italiana». Le accuse rivolte a Iuventa, Medici senza Frontiere e Save the Children sono cadute. «Quest’inchiesta non ha mai avuto a che fare con il rispetto delle leggi, ma solo motivazione politica», ha dichiarato Kathrin Schimdt, che ha dovuto sfidare la voce che trema di «sollievo e rabbia».

La vergogna che non si può esorcizzare

Il fatto non sussiste: una formula assolutoria che più piena non potrebbe essere e che, specularmente, va letta come un giudizio di condanna contro quanti hanno imbastito sul nulla il processo contro l’equipaggio della «Iuventa» e, più ancora, contro l’idea del soccorso a mare dei migranti. L’accusa era di quelle che dovevano servire a chiudere il cerchio della repressione e a giustificarne la moralità perché riusciva a trovare, in un concorso criminoso, la falsa pietà dei soccorritori e i loschi affari dei trafficanti.

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