Recensione: Depeche Mode

Dalle mie parti mi hanno soprannominato in molti modi (pezzo di merda non è un soprannome), tra questi c’è “Il Polemico”. Pensando di farmi sgarbo, forse, e invece no. Non solo l’ho accettato, mi sono pure impegnato per esserlo al massimo delle mie possibilità. Quindi perché non cominciare la recensione del nuovo album dei Depeche Mode con una bella polemica? Per un tempo che ormai potremmo definire “un secolo” i DM e gli U2 sono stati accomunati, più che per similitudini di qualsivoglia tipo (ad esempio condividere i produttori e il fotografo), per il fatto che hanno incarnato un determinato suono “europeista”, quasi fossero una Berlino reincarnata nel corpo di gente d’Oltremanica (e oltre ancora), successori in tal senso di Bowie e Pop, a parte l’aver registrato So Cruel, pezzo gigantesco, per un tributo alla band di Bono Vox, presenza caldeggiata da lui stesso e accettata da Gore e soci con un “perché no?”, che tanto stavano ascoltando “Achtung Baby” in studio con il signor Flood. (ImpattoSonoro)

La notizia riportata su altre testate

Il lavoro, il quindicesimo in studio della leggendaria band inglese di Dave Gahan e Martin Gore, è stato anticipato dal singolo Ghosts Again che è stato cantato per la prima volta su palco del Teatro Ariston nella serata finale del Festival di Sanremo 2023 . (Sky Tg24 )

In un'intervista al magazine specializzato NME, Dave Gahan ha dichiarato che questa canzone rappresenta "questo perfetto equilibrio di malinconia e gioia", mentre Martin Gore ha detto che è raro che una canzone del gruppo non lo stanchi mai: "Sono felice di poterla condividere". (Gazzetta del Sud)

1. Ho ascoltato il nuovo disco dei Depeche Mode. Prima di scriverne l’ho ripassato tre-quattro volte ed è bellissimo farlo sotto il sole del Mare Arabico di South Goa; spiagge orlate di palme, mare caldo, clima tropicale e soprattutto i Depeche Mode sparati in cuffia. (Il Fatto Quotidiano)

Il lavoro discografico del gruppo inglese arriva a sei anni di distanza da Spirit, l’ultimo album a cui ha partecipato anche il tastierista Andy Fletcher, scomparso nel maggio del 2022. (Radio Deejay)

Gli antichi romani, a cui non mancava di certo il pragmatismo, avevano predisposto il rito del “memento mori”: l’imperatore o il generale vittorioso di ritorno da una campagna di conquista, mentre sfilava per le strade sulla biga per celebrare il suo trionfo, aveva sempre accanto uno schiavo che gli sussurrava all’orecchio “ricordati che morirai”. (Panorama)

4. Caroline Rose: ‘The Art Of Forgetting’ 5. Yours Are The Only Ears: ‘We Know The Sky’ (Indie-Rock.it)