Da un'idea di Bebe Vio, nasce "WEmbrace": i campioni olimpici e paralimpici per la prima volta insieme

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BEBE — "Sono felicissima, vedere uniti sport olimpico e paralimpico, mi piace davvero tanto

L'evento si terrà lunedì 25 ottobre, dalle 19, all'Allianz Cloud di Milano.

Nasce dalla mente di Bebe Vio e di art4sport, l'associazione fondata nel 2009 dai genitori di Bebe per promuovere lo sport paralimpico.

Una serata unica nel suo genere, in cui campioni senza distinzioni saranno impegnati tutti insieme in una sfida sportiva inedita. (La Gazzetta dello Sport)

La notizia riportata su altri media

Sponsor by. Ovazione e applausi per la nostra campionessa paralimpica Bebe Vio ieri in visita al Parlamento europeo di Strasburgo. «Ho invitato un’ospite d’onore», ha esordito Ursula von der Leyen, «si tratta della medaglia d’oro italiana che ha catturato la mia simpatia questa estate. (TGNEWS24)

Sull’onda dei successi Azzurri nei Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo 2020, Bebe Vio e Art4sport (associazione fondata dai genitori della campionessa nel 2009) presentano Wembrace Sport. I biglietti per Wembrace Sport sono disponibili a partire da oggi, 16 novembre, su Ticketmaster. (Spettakolo.it)

Saranno i giovani a dover condurre i dibattiti della Conferenza sul futuro dell’Europa». Qui un affondo storico-politico: «Questo è lo spirito dei fondatori dell’Europa e questo è lo spirito della prossima generazione dell’Europa. (Diocesi di MIlano)

Bebe Vio è stata protagonista delle Paralimpiadi nonostante la malattia che l’ha colpita poco prima di partire per Tokyo. Mi sono rinchiusa un po’ nel mio mondo ed è una cosa che solitamente non faccio: sto sempre in mezzo alla gente, ma in questa occasione è stata veramente tosta. (Virgilio Sport)

Il messaggio di Bebe Vio e Nike è semplice e potente: l’inclusione è lo strumento per abbattere le barriere fisiche e psicologiche e contribuire alla creazione di una comunità integrata dove lo sport diventa sinonimo di partecipazione e divertimento Ricevi news e aggiornamenti. (Io Donna)

Io non ho voluto dire niente, un po’ per non dare un vantaggio agli avversari della scherma, un po’ invece perché inizialmente non l’ho accettato dal punto di vista morale. Una delle cose più difficili è stata trovare il coraggio di chiamare i miei allenatori e dirgli che il braccio andava operato immediatamente, c’era incertezza non sapendo se avessimo potuto partire per Tokyo”. (Sportface.it)