Iraq, il leader sciita al Sadr vola alle elezioni. Bassa affluenza e un parlamento «spezzatino» in vista

La Gazzetta di Mantova ESTERI

In quell’occasione si levarono grandi proteste per tutto il Paese, a favore delle quali si schierò proprio il vincitore di oggi al Sadr.

Si tratterebbe di 9 milioni di persone sui 22 milioni di elettori registrati.

Alcuni addirittura contestano che nove milioni abbiano effettivamente votato, date le strade per lo più vuote in gran parte della nazione durante il giorno delle elezioni.

Le prime stime danno Sairoon a 73 seggi su 329, una ventina di seggi in più rispetto elezioni del 2018. (La Gazzetta di Mantova)

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Anche in questo caso, l’ultimo giudizio lo dà l’affluenza, la strategia delle «elezioni riparatrici» non sembra aver funzionato Si tratterebbe di 9 milioni di persone sui 22 milioni di elettori registrati. (La Stampa)

In calo l'Alleanza per lo stato di diritto dell'ex premier Nouri al-Maliki, che avrebbe ottenuto 37 seggi. Il blocco di partiti guidato dal leader religioso sciita Moqtada al-Sadr ha rivendicato la vittoria alle elezioni di ieri in Iraq, contrassegnate da un elevato tasso di astensionismo. (AGI - Agenzia Italia)

Le sue squadre armate cominciarono ad aggredire le truppe americane e della coalizione alleata nelle regioni sciite del sud. Ma nel 2011, all’inizio del ritiro di larga parte dell’esercito americano, ancora al Sadr cominciò ad aprire ai partiti di maggioranza. (Corriere della Sera)

Ciò significa che il gruppo peserà parecchio nella formazione del nuovo governo e nella nomina del futuro premier. Al-Sadr dovrà affrontare la feroce concorrenza dei rivali politici sciiti e degli estremisti filo-Iran che desiderano portare il paese in un’orbita più stretta a Teheran (Come Don Chisciotte)

Dovevano essere ricontate, insieme ad altre 10 milioni di schede, a seguito di denunce di brogli. Forse è per evitare «incidenti» simili che ieri il premier iracheno al-Kadhimi ha personalmente supervisionato la consegna delle urne alla Commissione elettorale. (Il Manifesto)

I risultati parziali delle elezioni legislative in Iraq sanciscono il consolidamento delle elite populiste al potere da più di un decennio. L’affluenza alle urne ha segnato il record negativo di tutta l’era post-Saddam: 41% (nel 2018 era stata del 44%) (L'HuffPost)