Sevel, Fiom: "Non è solo mancanza di componenti, il ritorno a 15 turni creerà conseguenze negative"

Vasto Web ECONOMIA

Continuiamo a pensare che sia urgente stabilizzare i precari e avviare un contratto di espansione per favorire l’aggancio alla pensione dei più anziani.

Va aperta una discussione su tutto il territorio non solo per la Sevel, ma per tutte le aziende che saranno coinvolte da questa decisione.

Sicuramente il problema dei componenti è reale ma abbiamo l’impressione che si stia sfruttando questa congiuntura per riorganizzare le produzioni di Stellantis. (Vasto Web)

Su altri media

Altri 300 operai erano in “affitto” (staff-leasing appunto) da aziende esterne il cui contratto prevede proprio un utilizzo a tempo. Sevel fa tre turni al giorno (quindi lavora anche di notte), per sei giorni, il massimo perché il settimo è destinato alle operazioni di mantenimento delle linee. (Il Messaggero)

I rappresentanti dei lavoratori puntano ad indire uno sciopero nell’immediato futuro. Ribadiamo a Palazzo Chigi la richiesta di riconvocare il tavolo auto per affrontare la questione” continua Uliano. (FormulaPassion.it)

La mancanza di componenti elettronici provenienti dall’Asia ha già causato numerosi fermi nello stabilimento più grande d’Europa che produce i furgoni Ducato. Nuovo stop produttivo alla Sevel di Atessa che si ferma fino a martedì 21 settembre, quando il lavoro ripartirà al turno delle 5.45. (AbruzzoLive)

Un colpo durissimo per Sevel che era nel pieno di una crescita produttiva e che aveva effettuato il passaggio da 15 a 17 turni nell’ottobre 2019, e poi a 18 turni lo scorso 2 maggio per far fronte a maggiori richieste di mercato. (LANCIANO24.IT)

"Le fluttuazioni dei mercati nazionali e internazionali generate dalla pandemia e dalla carenza di chip - dice l'azienda - sono fonte di un crescente senso di incertezza e l'azienda sta attuando le migliori soluzioni logistiche per difendere i propri lavoratori e l'intera organizzazione". (Chietitoday)

Da 18 a 15 turni settimanali, 900 lavoratori in meno, dei quali 600 verso la cassa integrazione e 300 a cui non verrà rinnovato il contratto. La grande maggioranza delle eccedenze è un prestito da altri stabilimenti dove, quindi, faranno ritorno e l’impatto in termini sociali di questa situazione, che spero sia temporanea, è molto limitato”. (Primonumero)