Giovani, donne, stranieri e intermittenti: tutte le "diversità" che si pagano in busta paga

la Repubblica ECONOMIA

Si passa dai 10,03 euro dei giovani (classe di età 15-29 anni) ai 12,46 euro dei lavoratori più anziani (età maggiore o uguale a 50 anni).

- Lavoratori nati in Italia e nati all'estero; uomini e donne; al Sud o al Nord-Ovest; a tempo pieno o part-time.

Il differenziale retributivo dei lavoratori nati all’estero rispetto a quelli nati in Italia è negativo e più ampio per i lavoratori nati nei paesi extra-europei (-13,2%) rispetto a quello dei lavoratori nati in paesi europei (-9,4%). (la Repubblica)

Su altri media

Le donne sono più colpite (6,8% contro 5,9% per gli uomini) mentre tra le posizioni occupate da lavoratori laureati l'incidenza di low pay jobs è bassa (2,8%). In termini relativi le posizioni a bassa retribuzione registrano un deciso calo rispetto al 2014 tra gli stranieri (-2,4 punti percentuali), i giovani (-1 punti percentuali) e nel Sud (-0,8 punti percentuali). (Yahoo Finanza)

(askanews) - Per quanto riguarda le caratteristiche aziendali, i lavoratori nati all'estero sono più concentrati in imprese che hanno la sede nel Nord-est (30,4% rispetto al 22,6% degli italiani) e nel Nord-ovest (34,0% rispetto al 30,8% dei nati in Italia); nelle imprese medio-piccole (fino a 49 dipendenti) e nei settori Attività di servizi di alloggio e ristorazione, e di Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese. (Yahoo Finanza)

“Il 6,3% del totale di questi rapporti – nota l’Istat – si configura come ‘low pay job’ in quanto registra una retribuzione oraria inferiore a 7,50 euro, ossia ai due terzi della retribuzione mediana”. (Servizio Informazione Religiosa)

Il valore più alto, pari a 22,56 euro, si osserva, invece, per i rapporti di lavoro della sezione Attività Finanziarie e Assicurative che rappresentano il 2,7% dei rapporti di lavoro complessivi. (Calabria 7)

L'Istituto di statistica sottolinea che, nel periodo, sono attivi nel settore privato extra-agricolo 18,8 milioni di rapporti di lavoro dipendente che coinvolgono 14,7 milioni di persone e 1,6 milioni di imprese. (Il Messaggero)

Il gap di genere mostra un trend in calo nel 2017 (+7,4%) rispetto al 2014 (+8,8%) per effetto di una maggiore crescita della retribuzione oraria mediana delle donne (+2,4%) rispetto a quella degli uomini (+1%). (UlisseOnline)