D’Adamo, il più ricco in giunta, esperto di numeri

Corriere della Sera INTERNO

Di Enrico Filotico L’ormai ex assessore del Comune di Bari si occupa di diritto societario Alessandro D’Adamo, classe 1978, ad inizio 2024 risultato il più ricco tra gli assessori in carica al Comune di Bari, è il primo esponente della giunta di Antonio Decaro finito sotto inchiesta da parte della magistratura. Nato ad Altamura, si occupa del Bilancio dal 2017 quando entrò al posto di Dora Savino. Il suo nome venne indicato da Iniziativa democratica e Sud al Centro, due soggetti politici nati dopo le elezioni del 2014 (Corriere della Sera)

La notizia riportata su altri giornali

L'indagine, a differenza di quanto avvenuto nelle scorse settimane, non ha legami con presunti voti di scambio. Una nuova inchiesta colpisce la città di Bari: l'assessore comunale al Bilancio Alessandro D'Adamo è indagato per truffa aggravata. (Fanpage.it)

Siamo quindi certi che anche questa ulteriore iniziativa ispettiva, non potrà che valutare la piena correttezza dell’operato svolto». (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Ieri la Guardia di finanza ha perquisito, su decreto della Procura europea, l'assessore comunale al Bilancio Alessandro D'Adamo, al quale il sindaco Antonio Decaro ha subito tolto la delega. È uno dei tre indagati, a vario titolo, per truffa aggravata sui fondi Ue erogati nell'ambito del programma «Garanzia Giovani», ed emissioni di fatture per operazioni inesistenti tra il 2019 e il 2022. (ilGiornale.it)

Nuovo capitolo del terremoto giudiziario che sta colpendo Bari. L'assessore al Bilancio, Alessandro D'Adamo, è indagato per truffa nell'ambito di un'inchiesta sull'utilizzo di fondi europei erogati nell’ambito del programma 'Garanzia Giovani'. (Reggio TV)

Una nuova inchiesta giudiziaria si abbatte sul centrosinistra pugliese. (Secolo d'Italia)

BARI — Piomba su un campo largo sfasciato in vista delle elezioni, la quarta bufera giudiziaria in meno di due mesi a Bari. L’assessore comunale al Bilancio Alessandro D’Adamo è indagato e perquisito per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. (La Repubblica)