Condannato il proprietario di Mia. L'uomo l'aveva gettata in mare con una pietra al collo

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L’Ente Nazionale Protezione Animali si era costituito parte civile attraverso l'avvocato Enpa, Claudia Ricci e l'avvocato Giuseppe Inzerillo, riferimento della Rete Legale Enpa per Trapani.

L’uomo fu denunciato per il reato di maltrattamento di animali ed il cane sottoposto a sequestro penale

L’uomo fu denunciato per il reato di maltrattamento di animali ed il cane sottoposto a sequestro penale.

Mia, questo il nome della cagnolina, riuscì incredibilmente a salvarsi grazie ai tanti bagnanti che si impegnarono a soccorrerla ed è poi stata adottata e ha iniziato una nuova vita. (Trapani Oggi - Notizie di cronaca, politica, attualità Trapani)

Ne parlano anche altri giornali

– Giustizia per Lillo, il cane crudelmente ucciso due anni fa. Due i capi d’imputazione: detenzione illegale di arma e uccisione di animale, quest’ultimo reato previsto e punito dall’articolo 544 bis del Codice penale (Quotidiano online)

Per questo Lillo fu ucciso da un uomo, arrestato subito dopo, già noto alle forze dell’ordine per la sua violenza e con precedenti per porto e detenzione d’armi. «Pena troppo lieve» La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso proposto dall’imputato contro la sentenza di primo grado del Tribunale di Locri, confermata dalla Corte di Appello di Reggio Calabria (Corriere della Sera)

Foto Shutterstock; music Perception from Bensound.com Giustizia per il cane Lillo. (ilmattino.it)

È stato condannato in via definitiva a due anni e sei mesi di reclusione, al pagamento della multa di 7.333 euro e al risarcimento del danno in favore delle parti civili l'uomo che nel 2020 uccise il cane Lillo a Gioiosa Marina, in provincia di Reggio Calabria. (La Stampa)

Una vicenda, questa, che conferma come la violenza contro gli animali sia indice di violenza sociale. «Occorre una tutela più incisiva per gli animali, che ancora non ricevono una copertura legislativa diretta non essendo loro riconosciuta soggettività giuridica (Il Crotonese)

I volontari hanno avvisato le autorità competenti. Secondo le testimonianze raccolte il parroco don Gianni Branco avrebbe fatto installare alcune inferriate che non permettono l’ingresso ai volontari e che costringono i gatti senza acqua e cibo. (Caserta Web)