La rettrice araba di Haifa e la protesta insensata

ilmattino.it INTERNO

Ad Haifa, dal prossimo autunno, l’università avrà una rettrice donna. Cristiano maronita, e araba. Ad Haifa, cioè nello Stato di Israele. Ma nelle università italiane cresce la protesta degli studenti, che chiedono di interrompere ogni partecipazione degli Atenei ai bandi di cooperazione con Israele. Perché Israele e un paese in guerra, perché la guerra è una guerra di occupazione e di sterminio, perché la guerra di occupazione e di sterminio fa troppe vittime innocenti fra la popolazione civile. (ilmattino.it)

Ne parlano anche altre fonti

Chi non boicotta Israele. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Roberto Tottoli, rettore dell’università degli studi di Napoli L’Orientale, con una ferma convinzione, afferma che “le richieste di boicottaggi vanno respinte sempre perché con le continue crisi internazionali possono estendersi a chiunque: oggi è Israele, domani potrebbe essere l’Iran”. (Nicola Porro)

Ieri a Genova si è riunito un nutrito gruppo di docenti per chiedere l’analisi e la chiusura di tutti gli accordi di collaborazione in essere che abbiano ripercussioni militari, non solo con Israele: “La retorica dell’Università come spazi neutri di cooperazione non ha nessun fondamento – dice Luca Guzzetti, docente del Disfor che ha moderato l’assemblea genovese – l’idea sarebbe quella di non fornire armi a paesi in guerra come prevede la legge. (Il Fatto Quotidiano)

ROMA (l'Adige)

Nella giornata di oggi, mercoledì 17 aprile 2024, si è verificata l'interruzione di parte dell'attività didattica e l'occupazione dell'aula Ederle dell'Università di Padova da parte degli studenti di Spazio Catai e Potere al Popolo. (Prima Padova)

Di Nathan Greppi (Mosaico-cem.it)

Si è svolta ieri la Cerimonia conclusiva dell’iniziativa “Sogni che meritano di volare”, nata per celebrare gli 800 anni della più antica Università pubblica del mondo, con lo scopo di offrire un sostegno tangibile a studenti meritevoli provenienti da Paesi in guerra, travolti da carestie o sottoposti a gravi limitazioni dei diritti economici, civili e politici. (Impresa Italiana)