Egitto, liberati sei prigionieri di coscienza di ‘alto profilo’

Il Fatto Quotidiano ESTERI

È stato un fine settimana difficile da dimenticare per tutti i difensori dei diritti umani nel Paese nordafricano.

Patrick Zaki tra due settimane arriverà a 18 mesi precisi

Anche l’Italia adesso può sperare per il ‘suo’ Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’università di Bologna ormai in cella da 530 giorni.

Premiati gli sforzi e le campagne per spingere le autorità del Cairo a liberare prigionieri in cella da oltre due anni in attesa di giudizio o con accuse risibili. (Il Fatto Quotidiano)

Ne parlano anche altre testate

Con l’approvazione di questa delibera, Cavallermaggiore è tra i primi comuni della Provincia Granda a recepire l’iniziativa In tema di diritti umani e giustizia è doveroso impegnarsi: spero che la delibera del nostro Comune spinga altri sindaci del nostro territorio a farsi partecipi di questa campagna”. (TargatoCn.it)

“Ci congratuliamo con tutte le famiglie dei prigionieri rilasciati per il ritorno dei loro figli e delle loro figlie. Ci congratuliamo con tutte le famiglie dei prigionieri rilasciati e speriamo che Patrick torni tra le nostre braccia il più presto possibile!”. (SardiniaPost)

Ci congratuliamo con tutte le famiglie dei prigionieri rilasciati e speriamo che Patrick torni tra le nostre braccia il più presto possibile!”. Lo ha dichiarato in una nota la famiglia di Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’Università Alma Mater di Bologna, commentando la scarcerazione in Egitto in occasione dell’Eid al-Adha di attiviste e giornalisti che si trovavano in detenzione preventiva. (Padova News)

“Speriamo di leggere la notizia della liberazione di Patrick, proprio come è successo con i/le suoi/sue colleghi/e Zaki, la famiglia: “bene rilascio prigionieri, speriamo di gioire presto”. “Abbiamo seguito la notizia del rilascio di decine di prigionieri politici nei giorni scorsi con un misto di gioia e nostalgia. (Entilocali-online)

Speriamo di leggere la notizia della liberazione di Patrick, proprio come è successo ai suoi colleghi”. Speriamo che questi felici sviluppi includano nostro figlio e che nel futuro prossimo sia tra noi” (Dire)

Un grido che ha idealmente unito la città etrusca a tutte le altre città, istituzioni e movimenti italiani e internazionali a difesa dei diritti umani. Un grido che avrebbe meritato una partecipazione più significativa rispetto alle poche presenze viste davanti al teatro Comunale, ma su questo dovranno riflettere gli organizzatori e gli amministratori comunali civici. (La voce di Rovigo)