Coronavirus, "test rapidi comprati in Cina non funzionano bene"

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Sintetizzano così il problema fonti anonime che hanno partecipato alle prime prove e a cui dà voce il giornale El Pais.

El Pais ha puntato i riflettori sui test rapidi prodotti dall'azienda cinese Bioeasy di Shenzhen.

I riflettori sono puntati sui test rapidi prodotti dall'azienda cinese Bioeasy di Shenzhen.

Secondo El Pais, dalla Bioeasy la Spagna ha acquistato 340.000 test rapidi.

(Afp). I test rapidi che la Spagna ha ordinato in Cina "non individuano i casi positivi come si sperava". (Adnkronos)

Su altre testate

Anche se ero lontano quasi mille chilometri dal focolaio di Wuhan, siamo stati invitati a non uscire di casa. “Da maggio dello scorso anno ho vissuto a Xi'an e dal 24 gennaio la Cina si è completamente bloccata. (Corriere della Sera)

La Cina chiude le frontiere: teme i contagi di ritorno. Sospesi gli ingressi a tutti gli stranieri e riduzione dei voli internazionali per il Paese che in questi giorni aveva azzerato i contagi interni. (Ticinonews.ch)

Perché in Italia il modello cinese non è replicabile. "In Cina nessuno usciva di casa ma non possiamo assolutamente replicare quel modello, abbiamo i limiti di una democrazia", ha detto oggi il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, su Rai 1. (Today)

Proprio ieri, nella provincia sono state interrotte le rigide misure di contenimento che per oltre due mesi hanno proibito ai residenti di lasciare il territorio di Hubei. In Cina sono stati riportati 67 nuovi casi di contagio da coronavirus e sei decessi. (La Sicilia)

Il loro lavoro sarà soprattutto concentrato in Toscana che ospita a Prato un gran numero di cinesi radicati da molto tempo. In precedenza, la Cina aveva mandato due gruppi di esperti composto da 22 persone complessive e più di 20 tonnellate di forniture mediche per aiutare l'Italia nella lotta alla pandemia del coronavirus. (Rai News)

Il problema del servizio sanitario cinese. Secondo tale ricerca condotta dagli studiosi della London School of Hygiene and Tropical Medicine: la revoca delle restrizioni per il coronavirus prevista a fine marzo in Cina potrebbe portare a un’impennata di casi, raggiungendo, secondo tali calcoli, addirittura un nuovo picco ad agosto. (Il Primato Nazionale)