Iraq 20 anni dopo: una dolorosa convalescenza

Affarinternazionali ESTERI

Il 19 marzo 2003, mentre iniziavano i primi bombardamenti statunitensi nel paese, il presidente George W. Bush promise di costruire un Iraq “unito, stabile e libero”. A distanza di 20 anni, la triste eredità di quella disastrosa invasione si articola su più livelli. Dalla tragedia umana, con almeno 300 mila morti violente in Iraq tra il 2003 e il 2021, si passa alle eredità materiali: un Paese dilaniato e profondamente frammentato, con carenze di servizi di base e dove un quarto della popolazione vive sotto la soglia di povertà. (Affarinternazionali)

Ne parlano anche altri giornali

Mancavano poche ore a mezzanotte del 20 marzo 2003, quando le televisioni statunitensi interruppero improvvisamente le trasmissioni per mandare in onda il discorso del presidente George W. Bush che annunciava l’avvio delle operazioni contro l’Iraq di Saddam Hussein. (L'INDIPENDENTE)

Ad ogni modo, sui libri di storia contemporanea la guerra è stata consegnata ai posteri in estrema sintesi. Poi magari, vent’anni dopo, ti scandalizzi perché i cattivi hanno imparato dai buoni. (IlSudEst)

Il filosofo Michael Walzer L'esperienza non ha spinto gli Stati Uniti a cambiare il loro impegno militare, e nemmeno la strategia in Afghanistan. Quello che è cambiato nel dibattito è stato il tema di come uscire da questi interventi, secondo il filosofo di Princeton (la Repubblica)

Il 20 marzo di venti anni fa aveva inizio la criminale e illegale aggressione e occupazione militare dell’Iraq, guidata da Usa e Gran Bretagna, alla quale i nostri governi si sono accodati, “fondata” e “giustificata” sulla menzogna delle inesistenti “armi di distruzione di massa” del regime irakeno, sbandierata – tra l’altro – con l’ormai iconica fialetta fake da Colin Powell, Segretario di Stato di George W. (Il Fatto Quotidiano)

Vent’anni fa, le truppe di terra statunitensi e alleate invasero l’Iraq. La campagna di bombardamenti «shock and awe» era iniziata il giorno prima. Vent'anni fa gli Usa e i loro alleati invadevano l'Iraq basandosi su bugie e prove palesemente false, denunciate all'epoca dal movimento pacifista globale. (Jacobin Italia)

Nel video celebrativo c’è anche qualche volto noto. “Ritornare a quei giorni aiuta anche a capire il presente” spiega Bergamaschi, oggi più che mai impegnato nella diplomazia per quanto concerne il fronte ucraino, con lo scacchiere che però è internazionale e coinvolge tante potenze in campo e non soltanto Russia e Ucraina. (OglioPoNews)