Arresti fra Trapani e Salemi: a tirare le fila Salvatore Angelo, fedelissimo di Matteo Messina Denaro

Giornale di Sicilia INTERNO

L'operazione portata a termine oggi (16 aprile) dai carabinieri di Trapani coadiuvati dai colleghi di Palermo, racconta ancora della mafia economica quella che fa affari e non spara, che maneggia denaro, soprattutto sporco e con questa fa affari. Tra le 11 persone finite in manette due nomi noti anche per i rapporti con Matteo Messina Denaro : Salvatore Angelo , 75 anni, e suo figlio Andrea . Il primo dopo tredici anni di carcere, una volta tornato libero nel 2019, si è rimesso al servizio di cosa nostra, a gestire affari e denaro, diventando anche l'uomo di collegamento con la 'ndragheta degli Strangio. (Giornale di Sicilia)

Se ne è parlato anche su altri giornali

I carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Trapani, insieme ai militari del Nucleo Investigativo di Palermo, hanno eseguito l’ordinanza emessa dal tribunale di Palermo che ha stabilito per 6 la custodia cautelare in carcere e per 5 gli arresti domiciliari) indagati, a vario titolo insieme ad altre 12 persone destinatarie di informazioni di garanzia. (il Fatto Nisseno)

Fra gli undici arrestati dai carabinieri del nucleo investigativo di Trapani nel blitz di questa notte coordinato dai magistrati della Dda di Palermo c’è Angelo Salvatore, capomafia della famiglia di Salemi, un imprenditore già condannato per mafia che per anni ha gestito il tesoro di Matteo Messina Denaro investendo sull’eolico e le energie rinnovabili. (LAPRESSE)

Sei persone in carcere, cinque agli arresti domiciliari. Ecco tutti i nomi delle persone arrestate nell'operazione antimafia di oggi al culmine di un'indagine coordinata dalla procura di Palermo. /04/2024 11:12:00 (Tp24)

Nell’operazione antimafia di stamattina sono finiti personaggi storici della mafia di Salemi, fedeli alleati del boss Matteo Messina Denaro, accusati di aver ripulito milioni di euro e di aver stretto una solida alleanza con le ‘ndrine calabresi. (CastelvetranoSelinunte.it)

L’uomo non è finito in carcere ma ha ricevuto un avviso di garanzia nell’ambito dell’inchiesta che ha portato a 11 misure cautelari. La mente finanziaria del gruppo criminale che ripuliva il denaro sporco delle cosche, scoperto dai carabinieri di Trapani, sarebbe stata un mafioso con la passione per la finanza strettamente legato alle ‘ndrine di San Luca dei Nirta-Strangio. (Giornale di Sicilia)

Avrebbero gestivano il business della rete elettrica sull’isola di Favignana (in provincia di Trapani) e investito i soldi delle attività illecite in una rete di supermercati in Sicilia occidentale utilizzando due palermitani come prestanome per aggirare le normative antimafia. (MeridioNews - Edizione Sicilia)