Russia: Moskovksy Konsomolets, Navalny sorvegliato durante viaggio in Siberia

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(Adnkronos/Dpa) - Alexei Navalny, l'oppositore russo da ieri ricoverato in un ospedale di Berlino per il sospetto avvelenamento avvenuto in Siberia sarebbe stato sotto sorveglianza durante il suo viaggio in Siberia.

esteri. Mosca, 23 ago.

"L'entità della sorveglianza non mi sorprende affatto, ne eravamo già consapevoli", ha sottolineato su Twitter il portavoce di Navalny Kira Yarmysh.

A rivelarlo è il tabloid russo 'Moskovsky Komsomolets' che cita funzionari della sicurezza che hanno ammesso di aver sorvegliato l'oppositore russo. (SassariNotizie.com)

La notizia riportata su altri media

Semplice, 'ogni suo passo era cont… - seidimassafra : Navalny trasferito a Berlino, 'condizioni stabili' -. Ultime Notizie dalla rete : Navalny seguito Alexey Navalny è in coma ma le “condizioni sono stabili” Il Fatto Quotidiano Navalny seguito e spiato dalla polizia in Siberia. (Zazoom Blog)

Alexei Navalny trasportato in Germania per le cure. (Zazoom Blog)

Il primario dell’ospedale di Omsk, Alexander Murakhovsky, ha dichiarato che il trasferimento di Navalny non è stato raccomandato dalla sua struttura. Alexei Navalny trasferito in Germania. Durante la conferenza stampa di venerdì 21 Agosto, Murakhovsky aveva detto che Navalny avrebbe sofferto di “disturbi metabolici” e di un “forte calo dei livelli di zucchero nel sangue”. (Yahoo Notizie)

Secondo il parere dei medici russi che si sono subito occupati di Alexei Navalny, non ci sarebbero le prove dell’avvelenamento sostenute sia dalla famiglia del dissidente russo sia dai suoi sostenitori. (Fidelity News)

Navalny a Berlino c’è arrivato in «condizioni stabili», anche se è attaccato a un respiratore. «Solo quando avremo scoperto cosa è successo a Navalny potremo cercare di capire chi lo ha voluto colpire». (Corriere del Ticino)

La clinica tedesca ha già annunciato che non rilascerà comunicati prima di lunedì, mentre i collaboratori di Navalny parlano della necessità di numerosi accertamenti. Per i dottori della Charité si trattava di un veleno che non sono riusciti a identificare perché al momento del ricovero era già stato eliminato dall’organismo. (La Tribuna di Treviso)