Percepivano indebitamente il reddito di cittadinanza nel Vibonese, tra loro anche 'ndranghetisti (DETTAGLI)

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Il gip del Tribunale di Vibo Marina Russo, su disposizione del procuratore Camillo Falvo ha infatti disposto il sequestro preventivo delle somme incassate3, per un totale che supera gli 80mila euro.

Erano 23 le persone che nel Vibonese percepivano indebitamente il reddito di cittadinanza e nella giornata di ieri sono rimaste coinvolti in un’operazione condotta da Carabinieri e Guardia di Finanza, nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Vibo guidata da Camillo Falvo. (Zoom24.it)

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Infatti entro il 31 gennaio è sempre necessario rinnovare l’Isee per continuare a percepire il reddito di cittadinanza PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE > > > Vince 110 mila euro ma prende lo stesso il reddito di cittadinanza per giocare. (ContoCorrenteOnline.it)

Tempo di lettura < 1 minuto. VIBO VALENTIA – Ventitré persone sono indagate nell’ambito di un’inchiesta, coordinata dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia, sulla regolarità della fruizione del “reddito di cittadinanza”. (Quotidiano del Sud)

Tra loro anche detenuti di ‘ndrangheta ed indagati. Il gip del Tribunale di Vibo Marina Russo, su disposizione del procuratore Camillo Falvo ha infatti disposto il sequestro preventivo delle somme incassate3, per un totale che supera gli 80mila euro. (Zoom24.it)

Tutte le posizioni sono state segnalate e l’Inps ha disposto la revoca del sussidio e l’attivazione delle procedure di recupero delle somme già indebitamente percepite Tutte le posizioni sono state segnalate e l'Inps ha disposto la revoca del sussidio e l'attivazione delle procedure di recupero delle somme. (Livesicilia.it)

Se sei Emanuele Mancuso, nipote del “capo indiscusso” Luigi Mancuso e figlio del boss Pantaleone Mancuso detto “l’Ingegnere”, fai parte della ‘ndrangheta per discendenza. Con mio zio Luigi – spiega Emanuele Mancuso – non abbiamo mai parlato di queste cose, neanche con i miei parenti, al massimo si parlava in generale della Madonna di Polsi”. (Zoom24.it)

In particolare, è stato rilevato che i beneficiari, al momento della presentazione della domanda o durante l’erogazione del beneficio stesso, avevano omesso di comunicare di essere sottoposti a misura cautelare personale, anche a seguito di convalida dell’arresto o del fermo. (Il Vizzarro)