Cosa ha detto Geolier al Concertone contro le diseguaglianze: carcere, razzismo e violenza sulle donne

Video suggerito A cura di Francesco Raiola Geolier al Concertone del Primo Maggio Ci voleva Geolier per sentire al Concertone del Primo Maggio qualche parola che non sapeva di artificio, semplice, senza troppa retorica, facendo un accenno a ciò che troppi dimenticano, le carceri, argomento troppo spinoso per politici e parte della società civile. Dopo ore di parole che sembravano più vuote che altro, di tanto "No alla guerra", "Sì alla pace", insomma slogan vuoti a cui neanche le parole de La guerra di Piero lette da Meta e Noemi hanno dato importanza, perché è troppo facile, talvolta, ritirarsi nel passato per non affrontare le complessità del presente. (Fanpage.it)

Su altri giornali

Le prove vanno avanti da ieri a ritmo sostenuto, i tecnici mettono a punto gli ultimi ritocchi e gli oltre cinquanta artisti in cartellone sono pronti a salire sul palco del Concertone del Primo Maggio al Circo Massimo – lontano ancora una volta, quindi, dal luogo in cui per anni è stato solito vederlo, ovvero piazza San Giovanni – che per la prima volta ospita la manifestazione promossa da Cgil, Cisl e Uil e organizzata da iCompany. (Il Centro)

A cura di Francesco Raiola Anche questa edizione del Concertone del Primo Maggio è andata, la prima dal Circo Massimo. Un'edizione battezzata dalla pioggia, da un nubifragio che ha dato non pochi problemi all'inizio, con Ermal Meta costretto a correre sul palco per un fuori programma. (Fanpage.it)

Il Concertone fa acqua. La scaletta del Primo Maggio non rispecchia i gusti popolari, quelli della Gen Z, che è il motore degli streaming su Spotify. (Liberoquotidiano.it)

Pietro Guerrini Content editor Laurea in Lettere, smania di viaggi e passione per i cartoni (della pizza e della Pixar). Come ormai è tradizione, in occasione della Festa dei Lavoratori è andato in scena il Concerto del Primo Maggio (Libero Magazine)

Stavolta è il primo maggio, che in un paese frammentato prende un significato più che mai sociale. Giuste o sbagliate che siano, le frasi pronunciate dagli artisti che hanno calcato la storica piazza del Circo Massimo di Roma, ieri sera, restano incisive. (L'HuffPost)

Sarà stata la location, il bagno di folla, i testi di quei giovani artisti per quei ragazzi di una platea immensa, a volte poco percepiti per via del rap, dell’arabo, del significato criptico delle parole di Hallelujah. (Il Fatto Quotidiano)