Record di NEET in Italia: quanti sono i giovani inattivi

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NEET è un acronimo inglese che significa "Not in education, employment or training". Descrive la parte della popolazione che non ha un lavoro e non è impegnata negli studi o in corsi di formazione. Nel 2022 l’11,7% dei giovani tra i 15 e i 29 anni rientrava in questa categoria. Dal 2013, con l’eccezione dell’annus horribilis della pandemia, il dato è in costante diminuzione in Europa. (Virgilio Video )

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I dati allarmanti in Italia Suona forte il campanello d’allarme in Italia per il numero dei ragazzi che nel nostro Paese non studiano, non lavorano e non sono impegnati in percorsi di formazione. I cosiddetti Neet, ovvero i Not in Education, Employment or Training, consegnano infatti all’Italia la maglia nera in Europa in termini di percentuali. (Virgilio Notizie)

L'Italia è il fanalino di coda dell'Unione europea per il numero di giovani inattivi. L'allarme arriva dalla convention annuale dei giovani imprenditori di Confartigianato, che si è tenuta oggi a Roma, durante la quale sono stati rivelati dei dati aggiornati sulle difficoltà lavorative degli under 35. (Fanpage.it)

La Puglia e la Basilicata sono habitat ostili ai giovani che hanno voglia di fare, di creare un’impresa e di lavorare. È impietoso l’indice «youth-friendly», ovvero «amichevole con la gioventù», presentato ieri, a Roma, durante l’assemblea annuale dei Giovani Imprenditori di Confartigianato. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Un record negativo a livello europeo e con un tasso in aumento. A più di quattro anni di distanza dal varo del reddito di cittadinanza, la misura che secondo il M5s avrebbe «abolito la povertà» ha invece contribuito a far crescere la quota di under 35 che non lavorano né cercano lavoro. (ilGiornale.it)

La percentuale del 25,4% è la più alta in tutta Europa dove la media si ferma al 15%. Un giovane su quattro tra i 25 e i 34 anni è inattivo, cioè non cerca lavoro perché convinto di non trovare un’occupazione in linea con il suo percorso di studi e le sue aspettative. (Avvenire)

Per quel che riguarda leinvece si registra il secondo peggior risultato con il 20,5%, dietro alla Romania (25,4%) e davanti alla Bulgaria (17,4%). L'Italia è all'ultimo posto tra iper i giovani uomini tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non lavorano e non sono impegnati in percorsi di formazione. (LA STAMPA Finanza)