Stellantis, Mirafiori doppio turno ma la Fiom non firma

ClubAlfa.it ECONOMIA

La Fiat 500 elettrica, Mirafiori e ciò che hanno deciso quelli di Stellantis. A Mirafiori si raddoppia, ovvero, si passa al doppio turno di produzione per la piccola Fiat 500 full Electric.

Oggi è emerso ancora più chiaramente ciò che Stellantis ha deciso di fare in Piemonte, tra Mirafiori e Grugliasco.

Un passaggio graduale da Grugliasco a Mirafiori. Il crono programma di Stellantis sul polo di Torino è ormai chiuso

L’incontro azienda sindacati, ok sul polo di Torino, ma la Fiom non firma l’intesa con Stellantis. (ClubAlfa.it)

La notizia riportata su altri media

L’intesa tra Stellantis e sindacati da poco raggiunta a Torino rischia di rivelarsi un boomerang per l’intero polo produttivo. E che alle Carrozzerie di Mirafiori, dove verrebbe trasferita la manodopera, oscilla tra i 54 e i 55. (Il Fatto Quotidiano)

Entro fine novembre, in particolare, sarà completato il trasferimento della verniciatura delle Maserati nello stabilimento di Torino, mentre a gennaio si partirà con verniciatura e assemblaggio dei modelli. (Cronaca Qui)

Prima di luglio e della sigla di oggi Mirafiori contava2850 tute blu. Ad oggi continuano le uscite anche di personale giovane e non solo quello finalizzato alla pensione — osserva Davide Provenzano, segretario Fim Cisl Torino —. (Corriere della Sera)

I sindacati metalmeccanici hanno raggiunto l’accordo con Stellantis sulla riorganizzazione del Polo produttivo di Torino, ma la Fiom non ha firmato perché «sancisce la chiusura della Maserati di Grugliasco e perché manca un piano complessivo». (Corriere della Sera)

La nuova vita di Mirafiori passa anche dalla “Stellantis Italy House”, che sarà inaugurata il 3 novembre in via Plava, fra il Centro Stile e l’Heritage Hub. Una lunga fila di 500 elettriche incrocia un gruppetto di Maserati Levante nuove di zecca. (La Stampa)

A Mirafiori saranno trasferite le attività della ex Bertone, oggi Agap - fabbrica che Fca aveva rilevato nel 2009 - e tutti i 1.100 dipendenti Quindi serve un piano generale che l'azienda non ha fornito", spiegano Simone Marinelli, coordinatore auto della Fiom nazionale ed Edi Lazzi, segretario della Fiom torinese. (La Repubblica)