Ungheria stoppa l'export di cereali, polo avicolo modicano preoccupato Modica

RagusaNews INTERNO

Mais, grano, soia e girasole non usciranno dall'Ungheria fino al 22 maggio per combattere l'aumento dei prezzi causato dal conflitto in Ucraina.

La dichiarazione del ministro dell'agricoltura Istvan Nagy al canale televisivo RTL interessa beni di prima necessità alimentare quali di cereali, soia e girasole

L'Ungheria ha stoppato l'export di cereali, e gli allevamenti italiani, e fra questi quelli del polo avicolo modicano, il più importante polo avicolo del Sud Italia, rischiano di restare senza mangimi. (RagusaNews)

La notizia riportata su altre testate

«La guerra in Ucraina taglia fino al 10% le razioni di cibo a mucche, maiali e polli negli allevamenti italiani che si trovano a fronteggiare la peggiore crisi alimentare per gli animali dalla fine del secondo conflitto mondiale a causa dell’esplosione dei costi dei mangimi e del blocco alle esportazioni di mais dall’Ucraina ed anche dall’Ungheria, con una decisione unilaterale di Budapest che compromette il mercato unico europeo e mina le fondamenta stesse dell’Unione Europea». (IlPiacenza)

Una situazione che implica un taglio "fino al 10% le razioni di cibo a mucche, maiali e polli negli allevamenti pugliesi". Prima che scoppiasse la guerra in Ucraina, la situazione era già difficilissima, adesso sta raggiungendo un punto di non ritorno. (BariToday)

A lanciare l'appello a livello nazionale è Michele Liverini, presidente reggente di «Assalzoo», l'associazione nazionale dei produttori di alimenti zootecnici. «Misure urgenti per gestire la carenza di materie prime». (ilmattino.it)

“Un errore imperdonabile che è possibile recuperare poiché ci sono le condizioni produttive, le tecnologie e le risorse umane per raggiungere in Italia l’autosufficienza alimentare Già ad oggi la Russia controlla circa il 29% delle esportazioni mondiali di grano tenero per la panificazione, il 19% del commercio del mais destinato all’alimentazione degli animali negli allevamenti. (La Nuova Provincia - Asti)

Questo può anche significare scelta drastiche come dover abbattere capi di bestiame perché non c’è mangime sufficiente». «Il settore - rimarca Andrea Lugo, presidente dell’Associazione allevatori Fvg - era già in forte difficoltà a causa dell’incremento dei prezzi delle materie prime e dell’energia. (ilgazzettino.it)

ilmamilio.it. La guerra in Ucraina taglia fino al 10% le razioni di cibo a mucche, maiali e polli negli allevamenti italiani che si trovano a fronteggiare la peggiore crisi alimentare per gli animali dalla fine del secondo conflitto mondiale a causa dell'esplosione dei costi dei mangimi e del blocco alle esportazioni di mais dall'Ucraina ed anche dall'Ungheria, con una decisione unilaterale di Budapest che compromette il mercato unico europeo e mina le fondamenta stesse dell'Unione Europea. (ilmamilio.it - L'informazione dei Castelli romani)