La Roccella zittita, Mattarella e gli "incivili"

Ospite nella giornata di apertura del Salone del libro, lo scrittore Salman Rushdie, scampato a più tentativi di omicidio dopo una fatwa emessa contro di lui nel 1988 dall'imam Khomeini per aver scritto il best seller I versi satanici, interpellato sulla querela fatta da Giorgia Meloni a Roberto Saviano ha detto che la nostra premier «deve essere meno infantile e crescere». Difficile contraddire uno dei massimi intellettuali viventi, più facile pensare che lo scrittore indo-britannico sia stato informato, per così dire, maluccio e in modo partigiano sia su Giorgia Meloni che sulla situazione italiana. (ilGiornale.it)

Se ne è parlato anche su altre testate

È normale che qualcuno ne parli, anche male, come ha fatto Saviano». I politici, dice lo scrittore che per la prima volta torna in Italia dopo l’attentato del 2022, «devono farsi la pelle un po’ più dura, visto che hanno potere e autorità. (La Repubblica)

Per Salman Rushdie i politici dovrebbero avere la pelle più dura, accettando di essere criticati dai cittadini anche con brutte parole. Un politico, secondo lo scrittore, non può concedersi il lusso di offendersi: e quando se lo concede, come Giorgia Meloni nel querelare Canfora e Saviano, si rivela infantile. (Corriere della Sera)

Credo che per te sia ben peggio di quanto lo sia stato per me". Un tema è il rapporto tra potere e intellettuali. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Le vittime si attraggono tra loro ben più dei colpevoli con quell’umana solidarietà di chi sa di subire. È indubbio che Salman Rushdie e Roberto Saviano si piacciano, l’inglese lo chiama per nome come si fa con i vecchi amici e all’ultima domanda di una conferenza altrimenti tranquilla e persino un po’ noiosa, rispondendo a un giornalista de La Stampa che gli chiede come si colloca rispetto a ciò che disse cia che ha pesato sudi lui, ha vissuto bene, si è sposato cinque volte, ha viaggiato molto sempre circondato da ingenti misure di sicurezza che però non sono servite il 12 agosto di due anni fa quando è stato raggiunto dalle coltellate di un pazzo fanatico che non aveva mai letto un suo libro. (Liberoquotidiano.it)

Titolo «minore», come si dice, eppure il più romanzesco e persino il più devoto al «realismo magico» tra tutti i suoi libri, Coltello di Salman Rushdie non è una delle sue brillanti metafore, come I figli della mezzanotte, o Shalimar il clown, e naturalmente come I versi satanici (Italia Oggi)

Ecco, questo mi chiedo: abbiamo la fortuna di avere Salman Rushdie per la prima volta in Italia dopo il terribile attentato, abbiamo la fortuna - come per molti altri appuntamenti qui al Lingotto - di ascoltare una figura di primo piano della letteratura mondiale, perché buttiamo tutto in vacca andando a stuzzicare sulle nostre questioni politiche? E soprattutto, gli esimi ospiti - di una manifestazione finanziata anche da enti legati al governo - hanno proprio la necessità di commentare o financo sputare giudizi sugli affaracci nostri? Lo dico chiaramente: io gli avrei chiesto altro. (Torino Cronaca)