Ergastolo confermato per Cesare Battisti, la Cassazione respinge il ricorso
No alla cancellazione dell'ergastolo per Cesare Battisti.
Lo ha deciso la Cassazione che ha dichiarato oggi inammissibile il ricorso proposto dall'ex terrorista contro l'ordinanza con cui, il 17 maggio scorso, la Corte di assise di appello di Milano aveva negato la commutazione della pena dell'ergastolo in quella di trent'anni di reclusione.
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La decisione della prima sezione penale della Corte di Cassazione è stata assunta stamani, all'esito dell'udienza in camera di consiglio. (Giornale di Sicilia)
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L'ergastolo per Cesare Battisti è stato confermato dalla Cassazione: dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla difesa. I giudici avevano respinto la richiesta di commutare la pena in 30 anni di reclusione sulla base degli accordi bilaterali tra Italia e Brasile, Paese in cui non è previsto il carcere a vita, a differenza che in Bolivia dove Battisti si trovava al momento della cattura nel gennaio di quest'anno. (YouTG.net)
Riproduzione riservata La Corte di Cassazione ha ritenuto corretta la decisione del Corte di assise di appello. (Gazzetta del Sud)
La Cassazione ha deciso di confermare la condanna all’ergastolo per Cesare Battisti. Ergastolo per Cesare Battisti. L’ex terrorista era stato arrestato il 13 gennaio e le immagini del suo arrivo in Italia avevano fatto il giro del mondo. (Thesocialpost.it)
Riproduzione riservata La prima sezione penale della Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso proposto dagli avvocati dell’ex terrorista Cesare Battisti contro l’ordinanza con cui la Corte di Assise di Appello di Milano, lo scorso 17 maggio, aveva negato la commutazione della pena dell’ergastolo in quella di 30 anni di reclusione. (Il Riformista)
La decisione della Cassazione. Cesare Battisti fu condannato per quattro omicidi compiuti alla fine degli anni 70. La Cassazione si è espressa e ha giudicato inammissibile il ricorso presentato da Cesare Battisti per la cancellazione della condanna all’ergastolo. (Notizie.it )
“Le questioni sollevate con il ricorso – si legge in una nota della Suprema Corte – concernevano la persistente efficacia dell’accordo di commutazione della pena stipulato tra le Autorità italiane e brasiliane, in vista dell’estradizione dal Brasile, poi non avvenuta, nonché la legittimità della procedura culminata nell’espulsione del condannato dalla Bolivia. (Imola Oggi)
