Pd, Raffaele Gallo rinuncia alla candidatura alle Regionali del Piemonte

La Stampa INTERNO

Il passo indietro atteso all’interno del Partito Democratico è arrivato. Raffaele Gallo, figlio di Salvatore, finito al centro di una inchiesta per favori e pressioni elettorali a Torino, rinuncerà alla candidatura per le prossime regionali nella lista del Pd. Si dimetterà anche da capogruppo dei dem a Palazzo Lascaris. «A tutela dei miei figli e di mia moglie e con senso di responsabilità e rispetto verso il Partito democratico - scrive Gallo in una nota - ritiro la mia candidatura per le elezioni di giugno. (La Stampa)

La notizia riportata su altre testate

Gli arresti sarebbero parte di alcuni provvedimenti restrittivi partiti dalle indagini che i carabinieri del ROS hanno condotto tra il 2014 e il 2022, concentrandosi su un’articolazione territoriale della ‘ndrangheta che ha base a Brandizzo. (Contropiano)

“Un decisione responsabile.” Così il segretario regionale del Partito Democratico in Piemonte, Domenico Rossi, ha commentato la decisione del consigliere regionale Raffaele Gallo di rinunciare alla candidatura alle prossime elezioni regionali in programma l’8 e il 9 giugno. (Tag24)

Fine anni Ottanta, allora «Sasà», 85 anni, già manager Sitaf, indagato per estorsione, peculato e violazione della normativa elettorale nell’inchiesta Echidna sugli interessi della ‘Ndrangheta sull’autostrada A32 Torino-Aosta, è un pezzo grosso del Partito Socialista. (Corriere della Sera)

Gallo specifica anche la sua “totale estraneità a comportamenti e fatti anche solo lontanamente assimilabili a vicinanza all’Ndrangheta” in merito all’indagine Echidna della DDA di Torino. (Quotidiano Piemontese)

«Riguardo al dibattito sulla mia candidatura e sulla mia figura, ribadisco di aver sempre cercato di svolgere la mia attività al meglio e per il bene del Piemonte, lavorando sui temi con proposte e idee, studiando e approfondendo, con la massima onestà e trasparenza. (Corriere della Sera)

Per l’accusa la sinistra aveva piazzato nell’organo per la legalità il referente della criminalità organizzata. E il ras delle tessere chiese 50 voti in cambio di una visita medica.Nelle carte spunta anche il lobbista che «sussurrava a Enrico Letta e Fassi... (La Verità)