Marco Cappato si autodenuncia per aver aiutato Elena a morire

L'HuffPost INTERNO

All'uscita dalla caserma, ai giornalisti presenti Cappato ha dichiarato: "Cinque anni fa, in questa stessa caserma dei carabinieri, ero andato a raccontare le modalità dell'aiuto a Fabiano Antoniani, Dj Fabo: da lì è partito un percorso giudiziario che ha portato fino alla legalizzazione dell'aiuto al suicidio assistito in Italia da parte della Corte Costituzionale ma solo per un certo tipo di malati". (L'HuffPost)

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La parola adesso passa alla legge italiana che, sostiene Marco Cappato, "crea discriminazione fra i malati": non tutti possono sostenere i costi del viaggio in Svizzera. La battaglia dell'associazione Coscioni perché la "dolce morte" sia legale anche in Italia va avanti da anni senza ancora arrivare a un punto fermo (Tiscali Notizie)

Cosi' l'avvocata Filomena Gallo, legale di Marco Cappato, dopo l'autodenuncia del tesoriere dell'associazione Luca Coscioni presso la stazione dei carabinieri di Milano Duomo per aver accompagnato una 69enne veneta malata terminale di cancro in Svizzera per il suicidio assistito. (Tiscali Notizie)

Le azioni di Marco Cappato sono consistite "lunedi' mattina, alle 7, nel recarmi con la mia autovettura nel paese in Veneto di Elena, citofonarle, farla salire in macchina e accompagnarla fino a vicino a Basilea". (Tiscali Notizie)

(Alexander Jakhnagiev) (ilGiornale.it)

La signora Elena, 69 anni, originaria di in paesino del Veneto, aveva ricevuto la diagnosi di microcitoma polmonare a inizio luglio 2021. Motivo per cui Cappato, come da lui stesso dichiarato ai Carabinieri, è andato a prenderla a casa e l'ha accompagnata a Basilea. (La Stampa)

«Elena è morta, nel modo che ha scelto». Ancora una volta il tesoriere dell’associazione Luca Coscioni ci ha spiegato che non spetta a nessuno, fuorché al malato stesso, decidere quando e come morire. (Tempi.it)