Equo compenso: quando le clausole vengono considerate nulle

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Il disegno di legge contenente le disposizioni in materia di equo compenso delle prestazioni professionali è stato approvato e prosegue l’iter di conversione che era stato interrotto a causa dell’improvvisa fine della legislatura nel 2022. Il provvedimento promuove l’equo compenso inteso quale corresponsione di un compenso proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, al contenuto e alle caratteristiche della prestazione professionale, nonché conforme ai compensi previsti per gli avvocati, per le professioni ordinistiche e non ordinistiche. (Ediltecnico.it - il quotidiano online per professionisti tecnici)

Se ne è parlato anche su altre testate

Grazie alla legge si pone definitivamente rimedio alle situazioni di squilibrio nei rapporti contrattuali tra i professionisti iscritti a un ordine professionale e i committenti. La “giusta remunerazione” della prestazione professionale è condizione necessaria per garantire la qualità, la quantità e soprattutto la dignità del lavoro dei professionisti. (Nurse Times)

La votazione in parlamento La Camera dei Deputati ha approvato la legge che assicura più tutele economiche per i liberi professionisti, appartenenti ad ordini professionali e non. Coinvolte più di 27mila pubbliche amministrazioni e 51mila aziende private. (ilGiornale.it)

“Una norma con limiti importanti e preoccupanti, nonostante risponda a un principio da noi rivendicato da anni: un compenso minimo ed equo per tutti i professionisti autonomi”. Così Cgil nazionale, Nidil Cgil, Apiqa, commentano la proposta FdI-Lega sull’equo compenso diventata legge dopo l’approvazione, in via definitiva, del Parlamento. (Collettiva.it)

Agenzia (La Sicilia)

Infatti l'ultimo passo decisivo è stato compiuto mercoledì scorso alla Camera, approvando il ddl che fissa valori minimi per il compenso di coloro che svolgono professioni intellettuali, nei confronti di pubbliche amministrazioni e grandi aziende. (Money.it)

Giovedì la Camera ha approvato in via definitiva – con 243 voti a favore, nessun contrario e 59 astenuti (i deputati Pd) – il testo redatto da Fratelli d’Italia e Lega che punta a riconoscere a agli autonomi il diritto a una remunerazione adeguata “alla qualità e alla quantità del lavoro svolto”. (Il Fatto Quotidiano)