Libia, Haftar a Putin: "Pronto a continuare a Mosca dialogo per la pace"

Adnkronos ESTERI

Sia Putin, sia Haftar saranno presenti domenica alla Conferenza di Berlino sulla Libia.

''Vi ringrazio ed esprimo il mio pieno sostegno all'iniziativa russa di tenere colloqui di pace a Mosca, con l'obiettivo di portare la pace in Libia.

''Non è affidabile'' ha detto, aggiungendo che le forze di Haftar continuano ad attaccare Tripoli violando il cessate il fuoco.

Lavrov, che accompagnerà Vladimir Putin a Berlino domenica, ammette tuttavia che i colloqui saranno difficili e che le relazioni tra Fayez Serraj e Khalifa Haftar sono "molto tese". (Adnkronos)

Su altri media

Dal ministero della Difesa russo è però giunta una nota pubblicata da Interfax che richiede due giorni di tempo per la firma “per discutere il documento con i leader delle tribù che sostengono l’esercito nazionale libico”. (DailyMuslim.it)

Deve prevalere la via diplomatica». Anticipata dall'agenzia Novosti e confermata da fonti del Cremlino, il generale Khalifa Haftar e il premier del governo di Tripoli, Fayez al Serraj, lunedì sono a Mosca per un incontro organizzato dai ministeri della Difesa e degli Esteri di Russia e Turchia. (Fai Informazione)

Ripresi gli scontri a sud di Tripoli. Niente accordo a Mosca sulla pace in Libia. Intanto, secondo l'emittente televisiva degli Emirati Arabi Uniti Al Arabiya sarebbero già ripresi i combattimenti a sud di Tripoli. (LaPresse)

Questi infatti, in conferenza stampa, aveva espresso la sua fiducia circa la possibilità di addivenire ad un accordo tra le parti. La Libia sta vivendo un momento di tregua al conflitto che la infiamma: si tratta però di una situazione temporanea a cui si sperava di dare una veste definitiva. (BeFan)

Il presidente iraniano Hassan Rohani ha firmato la legge che classifica come «terroriste» le forze armate Usa in risposta alla definizione americana delle Guardie della rivoluzione islamica come «organizzazione terroristica». (Italia Oggi)

E’ un messaggio molto chiaro per Sarraj e Haftar sul fatto che non devono “dimenticare” i loro alleati. Inoltre, c’è il rischio che le milizie possano trasformarsi in gruppi criminali o peggio, del terrorismo, che si affiancherebbero a Isis. (Difesa e Sicurezza)