Morto l’ambasciatore Luca Attanasio, la salma arriva nella sua Limbiate: oggi la camera ardente

Fanpage.it INTERNO

Abbiamo allestito il picchetto e la camera ardente, ma da lassù sicuramente Luca mi direbbe di lasciare stare, che è troppo.

Anche Limbiate oggi e domani saluterà Luca Attanasio, l'ambasciatore italiano ucciso a Goma, nella Repubblica democratica del Congo, lunedì 22 febbraio.

A causa delle norme anti Covid gli ingressi sono contingentati, ma tutta Limbiate ha tempo fino alle 19 di questa sera quando la camera ardente sarà chiusa al pubblico in attesa dei funerali di domani sabato 27 febbraio. (Fanpage.it)

La notizia riportata su altri media

Sono parole di un lungo messaggio di Luca Attanasio, la cui voce è stata riprodotta durante i funerali del diplomatico, ucciso lunedì 22 febbraio in Congo. Volevano lasciare il Paese". (Il Messaggero)

Attanasio è il primo a riuscire nell’impresa. «Viva l’Italia, sempre un passo avanti»: così Luca Attanasio, poco meno di un anno fa, esultava per essere riuscito a organizzare il rimpatrio dei connazionali rimasti bloccati in Congo (La Stampa)

Ma per Limbiate e per quanti hanno avuto la fortuna di conoscerlo, incrociare i suoi occhi e il suo sorriso contagioso era semplicemente Luca. Un lungo silenzio ha accolto sabato mattina nel campo sportivo di Limbiate il feretro dell'ambasciatore Luca Attanasio, ucciso in un attacco in Congo (MonzaToday)

“Ai miei amici, alle loro belle famiglie, ai piccoli e ai grandi”. Risuonano le ultime parole di Luca Attanasio in un messaggio vocale inviato agli amici pochi giorni prima di morire. Nelle sue parole la fatica ma anche la gioia di chi aveva portato a termine una missione importante, l’ultima di tante, in favore della pace. (Il Notiziario)

Non ci autorizzavano neanche ad atterrare a Roma", racconta ancora Attanasio nell'accorato messaggio. "Siamo l'unico Paese ad aver permesso a qualcuno di lasciare il Congo, per questo ci hanno ringraziato tutti (Leggo.it)

Vengo da una terra in cui la vita di un uomo non conta niente e si può far soffrire senza motivo e senza chiedere scusa”. «Ma il Signore – scandisce ancora l’Arcivescovo – dirà: “La tua partenza non diventerà un’assenza, la tua presenza nella gioia del Padre non sarà una distanza (Diocesi di MIlano)