Superbonus, no alla proroga: dal governo stop ad altri fondi. Ma meno vincoli alle cessioni dei crediti

ilmessaggero.it INTERNO

Ieri pomeriggio si sono susseguite varie riunioni, con l’obiettivo di arrivare ad una formulazione definitiva.

IL TERMINE. Da parte del governo c’è invece chiusura su altre modifiche che comportino ulteriori esborsi a carico del bilancio dello Stato.

Il punto principale è l’allargamento della platea di soggetti che possono inserirsi nella catena delle cessioni, attualmente bloccata perché le banche non hanno più “capienza” per accettare ulteriori crediti. (ilmessaggero.it)

Se ne è parlato anche su altre testate

Superbonus, il comparto dell’edilizia in fermento per lo stop alla proroga. Infine: «Con la mancata proroga dell’incentivo e soprattutto il cortocircuito sulla cessione dei crediti a settembre rischiamo di assistere alla chiusura di molte aziende (Il Mattino di Padova)

Il superbonus 110% non verrà prorogato, ma il governo e la maggioranza stanno trattando sulla possibilità di cedere i crediti prodotti dai bonus edilizi non solo alla banche, ma a tutti i soggetti professionali e le partite Iva, escludendo solo i privati. (Wired Italia)

Il problema è il solito: si sono esaurite le coperture e Draghi non intende più scucire un euro. Secondo gli ultimi dati forniti dall’Enea, a maggio scorso erano già esauriti tutti i 33,3 miliardi stanziati per il Superbonus fino al 2036, e anzi le richieste sarebbero già a 33,7 miliardi. (LA NOTIZIA)

Lo afferma Luca Frare, presidente di CNA territoriale di Treviso, commentando la notizia uscita sui media secondo cui il Governo non sarebbe più disposto a prorogare la misura per mancanza di soldi. «Chi ha creduto e investito nel superbonus non va ora lasciato con il “cerino in mano” – ribadisce il presidente di CNA Treviso -. (TrevisoToday)

Uno dei pretesti per lo strappo che potrebbe utilizzare il Movimento Cinque Stelle, come ricorda Domani, è proprio questo: la sospensione del Superbonus. Ma questo stop al Superbonus non è stato digerito dai Cinque Stelle. (Liberoquotidiano.it)

“Nel nostro Paese, se si parla del settore edile, il 50% delle imprese arriva a due dipendenti, il 75% arriva a cinque Una maggiore apertura, invece, sull'ampliamento delle cessioni del credito, consentite anche ad altri soggetti oltre le banche, con la sola esclusione delle persone fisiche. (LA NAZIONE)