Infarto, un batterio intestinale ne favorisce l’insorgenza

Corriere della Sera SALUTE

Importante è cercare di capire perché i cardiopatici hanno una maggiore permeabilità intestinale.

Il ruolo della dieta grassa Ma chi il batterio Escherichia coli rischia quindi l’infarto?

Attraverso metodiche di biologia molecolare è stato possibile dimostrare che il batterio che circolava nel sangue dei pazienti con infarto era l’Escherichia Coli, tipicamente di origine intestinale.

«Nella nostra ricerca - spiega il direttore della I clinica medica del policlinico Umberto I di Roma, Francesco Violi - abbiamo trovato il Dna del batterio Escherichia Coli nel 34% dei soggetti che hanno avuto un infarto perché c’è una maggiore permeabilità intestinale. (Corriere della Sera)

Ne parlano anche altri media

Nella restante parte del campione, soggetti cardiopatici a rischio di infarto compresi, gli esami non hanno riscontrato la presenza del batterio oggetto dello studio. "La nostra scoperta è coerente con quella di altri ricercatori in Usa che hanno trovato diversi batteri intestinali nel sangue di pazienti infartuati”. (Sky Tg24 )

L’arrivo al Pronto soccorso e il trattamento, tanto più efficace quanto più rapido è. E forse anche il microbiota, ovvero i batteri che vivono nel nostro corpo, potrebbe avere un ruolo come “complice” nei fenomeni che scatenano l’attacco cardiaco. (DiLei)

Gli esperti hanno poi studiato l'infarto su topi cui è stato iniettato il batterio intestinale e visto che anche nel modello animale il batterio si ritrova nelle maglie del trombo. Si è visto anche che maggiori erano le alterazioni della permeabilità della parete intestinale dei pazienti infartuati, maggiore era la concentrazione del batterio nelle maglie del trombo. (Tiscali.it)

Ed è stata confrontata con quella di 50 pazienti in condizione normale (angina stabile) e di 50 soggetti di controllo. Una ricerca tutta italiana. I risultati, pubblicati sulla rivista European Heart Journal, aprono nuove prospettive terapeutiche fra le quali lo sviluppo di un vaccino che prevenga il processo trombotico. (Cronachedi.it - Il quotidiano online di informazione indipendente)

I ricercatori hanno inoltre individuato il recettore cellulare cui l'Escherichia Coli si lega per facilitare la trombosi, Toll-like receptor 4, e hanno inibito il processo trombotico favorito dall’Escherichia Coli attraverso un inibitore specifico. (La tua Etruria)

Gli esperti hanno poi studiato l’infarto su topolini cui è stato iniettato il batterio intestinale e visto che anche nel modello animale il batterio si ritrova nelle maglie del trombo. E. coli è stato rinvenuto solo nel sangue dei pazienti giunti in ospedale con infarto acuto; mentre il batterio non era presente nel sangue nè di soggetti sani di controllo, nè di soggetti cardiopatici a rischio di infarto. (Gazzetta di Parma)