Un batterio intestinale potrebbe causare anche l’infarto

TuttoAbruzzo.it SALUTE

La scoperta potrebbe portare allo sviluppo di farmaci per l’infarto, ma soprattutto, e qui si parla di una scoperta storica, di un vaccino preventivo per gli individui a rischio.

Violi, saranno vedere se l’antidoto testato sugli animali possa divenire una cura addirittura d’urgenza nell’infarto per bloccare il trombo e se un vaccino specifico contro l’Escherichia coli possa funzionare nella prevenzione dell’infarto. (TuttoAbruzzo.it)

Su altre fonti

E. coli è stato rinvenuto solo nel sangue dei pazienti giunti in ospedale con infarto acuto; mentre il batterio non era presente nel sangue nè di soggetti sani di controllo, nè di soggetti cardiopatici a rischio di infarto. (Gazzetta di Parma)

“Questi risultati – spiega Francesco Violi – oltre ad aver definito un nuovo meccanismo che favorisce l'infarto, aprono nuove prospettive terapeutiche per la sua cura che prevedono o l’uso della molecola individuata nei casi acuti o lo sviluppo di un vaccino che prevenga il processo di trombosi delle coronarie”. (La tua Etruria)

Nella restante parte del campione, soggetti cardiopatici a rischio di infarto compresi, gli esami non hanno riscontrato la presenza del batterio oggetto dello studio. Sono così riusciti a dimostrare che il batterio Escherichia coli favorirebbe l’insorgenza dell’infarto, in quanto è stato rinvenuto solamente nel sangue dei soggetti con infarto acuto. (Sky Tg24 )

E forse anche il microbiota, ovvero i batteri che vivono nel nostro corpo, potrebbe avere un ruolo come “complice” nei fenomeni che scatenano l’attacco cardiaco. L’arrivo al Pronto soccorso e il trattamento, tanto più efficace quanto più rapido è. (DiLei)

Gli esperti hanno poi studiato l'infarto su topi cui è stato iniettato il batterio intestinale e visto che anche nel modello animale il batterio si ritrova nelle maglie del trombo. Le malattie cardiovascolari, che includono infarto e ictus, sono le principali cause di morte nel nostro Paese. (Tiscali.it)

In 50 pazienti colpiti da infarto è stata analizzata la concentrazione della capsula batterica presente nei trombi. Ed è stata confrontata con quella di 50 pazienti in condizione normale (angina stabile) e di 50 soggetti di controllo. (Cronachedi.it - Il quotidiano online di informazione indipendente)