Come svuotare la centrale di Suviana: le due ipotesi

Come svuotare la centrale di Suviana: le due ipotesi
il Resto del Carlino INTERNO

– Come svuotare la centrale dopo l’esplosione di Suviana che continua ad essere invasa dall’acqua, arrivata fino al piano -7? E’ al momento l’interrogativo più pressante, anche per permettere all’inchiesta di proseguire su un doppio binario, assieme alla raccolta delle testimonianze dei superstiti. A oggi, le idrovore sono ferme: bisogna prima capire da dove sia la falla da cui entra ancora l’acqua dell’invaso di Suviana nella centrale idroelettrica (il Resto del Carlino)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Secondo quanto si apprende, le falle sono due: la prima, sotto controllo, è quella legata all’afflusso dalla fonte sorgiva mentre la seconda riguarda una paratia, rimasta parzialmente aperta dopo l’incidente, che può essere chiusa solo manualmente. (Report Pistoia)

«La classificazione dell’acqua del bacino di Suviana — spiega il direttore generale di Arpae Giuseppe Bortone — è eccellente, quindi lo scarico delle acque della centrale nel lago dovrà avere almeno quel livello di classificazione. (Corriere)

Lo fa con una delegazione composta dall’ad Salvatore Bernabei, dal responsabile Italia Egp Carlo Pignoloni e dal direttore delle relazioni esterne del gruppo Enel Nicolò Mardegan, che ha incontrato ieri a Palazzo Caprara, tra gli altri, rappresentanti della Regione, il sindaco di Camugnano Marco Masinara e il padrone di casa, prefetto Attilio Visconti. (il Resto del Carlino)

“Ho sentito un boato, ho guardato sotto, poi l’onda d’urto mi ha travolto”. Il racconto di Nicholas Bernardini, un sopravvissuto di Suviana

Lo ha detto il prefetto di Bologna, Attilio Visconti, parlando dei tempi per svuotare la centrale idroelettrica di Bargi, nel lago di Suviana. Ma i piani se tutto funziona vedrebbero lo svuotamento prima dell'estate, fine luglio". (Corriere)

– C’erano due impianti Scada alla centrale di Bargi. Uno registrava le informazioni del primo gruppo, quello cioè che aveva concluso il collaudo con successo; l’altro era al servizio del secondo gruppo, quello distrutto nel disastro del 9 aprile. (il Resto del Carlino)

Poi l’onda d’urto”. Poi quell’onda d’urto. (La Repubblica)