Salvini attacca i magistrati: «Se ogni indagato si dimette l'Italia si ferma. Toti non deve lasciare». Botta e risposta con il papà di Ilaria Salis

Corriere della Sera INTERNO

«La magistratura faccia quello che deve fare, ma se ogni indagato si dimette l'Italia si ferma domani. Vorrei sapere se ci fossero microspie negli uffici di qualche magistrato per quanto tempo continuerebbe a fare il magistrato». Lo dice il ministro delle Infrastrutture e vicepremier, Matteo Salvini, a margine dell'incontro «L'Italia dei si» alla Reggia di Venaria (Torino), a chi gli chiede dell'indagine che coinvolge il presidente della Liguria, Giovanni Toti (Corriere della Sera)

Se ne è parlato anche su altri media

Ha detto solo che, in una seconda fase, potrebbe eventualmente parlare con il pubblico ministero", dice il suo legale, Enrico Scopesi, all’uscita del carcere di Marassi. – E ora, dopo che Signorini ha scelto il silenzio? "Le carte sono tali che impongono una lettura attenta, che non può essere fatta in carcere. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

"No ai processi sommari, ma da oggi inizia una fase nuova: Cristina Ponzanelli rompa il silenzio e dica che cosa pensa di questo sistema di relazioni politiche ed economiche". (CittaDellaSpezia)

Toti è «immerso nello studio delle carte» e «umanamente molto reattivo»: parola dell’avvocato Savi, suo legale. Tanta reattività, tuttavia, non si spingerà, salvo ripensamenti, sino a suggerirgli di rispondere oggi nell’interrogatorio di garanzia. (il manifesto)

Tra i soldi per cui è stato chiesto il sequestro preventivo, nell'ambito dell'inchiesta, ci sono anche i 120mila euro che Esselunga ha pagato per la pubblicità sulla Terrazza Colombo di Genova. Secondo gli inquirenti, si tratterebbe di un "finanziamento illecito" alla Lista Toti, in cambio dello sblocco di due pratiche pendenti in regione. (Sky Tg24 )

. Il governatore Giovanni Toti è arrivato a Palazzo di Giustizia di Genova per l'interrogatorio di garanzia. (Il Messaggero Veneto)

Toti-Gate in Liguria, l’amministratore delegato di Iren Paolo Emilio Signorini, accusato di corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari al dovere d’ufficio per fatti relativi agli anni in cui era presidente dell‘Autorità del sistema portuale del Mar Ligure Occidentale, ieri all’interrogatorio di garanzia che si è svolto nel carcere di Marassi a Genova si è avvalso della facoltà di non rispondere. (il Resto del Carlino)