L'Eni conferma il dividendo per il 2020. L'ad Descalzi: "Più rinnovabili ed economia circolare"

La Repubblica ECONOMIA

Il suo cash flow - al netto delle spese per la gestione degli asset - si attesterà sui 23 miliardi di euro (da qui al 2023).

L'azienda petrolifera - che presenta oggi il suo Piano d'Azione 2020-2023 - "conferma la politica di remunerazione degli azionisti".

Il dato più rilevante riguarda la previsione delle emissioni di anidride carbonica dell'80% entro questa data.

L'Eni chiude l'anno con un utile netto rettificato in calo del 37% a 2,87 miliardi di euro, l'utile operativo in calo del 24% a 8,59 miliardi e una riduzione del flusso di cassa netto da attività operativa. (La Repubblica)

Se ne è parlato anche su altri media

editato in: da. (Teleborsa) – “Oggi rappresenta il punto di svolta per noi”, ha ribadito Claudio Descalzi, Ad dell’Eni, aprendo la conference call per la presentazione del Piano 2020-2023 e del piano a lungo termine al 2050. (QuiFinanza)

E “l’obiettivo- conclude l’ad Eni- è quello di riiniettare dalle ulteriori iniziative internazionali più di 5 milioni di tonnellate di CO2 l’anno per una capacità generale da 10 milioni di tonnellate l’anno”. (Dire)

Eni prevede di raggiungere una generazione di cassa cumulata tra il 2020 e il 2023 superiore a 25 miliardi di euro. Eni distribuirà un dividendo di 0,89 euro per azione nel 2020 e riacquisterà titoli per 400 milioni di euro. (L'HuffPost)

Si riduce la componente petrolio, che toccherà il picco nel 2025. Eni guarda oltre al petrolio. A fine 2019 l’installata capacità di produzione di energia elettrica da finti rinnovabili è pari a 167 Mw. (Wired.it)

Entro il 2050, Eni punta a tagliare dell’80% le emissioni dei suoi prodotti energetici, ha in programma di vendere solo rinnovabili e carburanti bio nel retail, vuole realizzare 55 GW di rinnovabili oltre a spingere su bioraffinerie, cattura della CO2, riforestazione. (Qualenergia.it)

E sul versante delle emissioni di «gas serra» si impegna ad abbatterle dell’80% di qui al 2050. Insomma, l’Eni diventerà sempre più una gas-company, la cui produzione nel 2050 costituirà circa l’85% del totale. (Corriere della Sera)