Mafia stragista: diffuso l'identikit dell'ultimo grande latitante

StrettoWeb INTERNO

La Polizia di Stato diffonde il nuovo identikit di Giovanni Motisi, l’ultimo grande latitante protagonista della fase stragista di Cosa nostra , le cui ricerche proseguono senza sosta. Sfruttando le professionalità e le avanzate tecnologie del Servizio di Polizia Scientifica della Polizia di Stato, sono state “rivisitate” ed attualizzate alcune immagini del latitante, risalenti agli anni ’80 ed alla fine degli anni ’90, con la tecnica dell'”Age progression”. (StrettoWeb)

La notizia riportata su altri giornali

La caccia all’uomo si avvale ora di tecniche avanzate che prevedono l’utilizzo di tecnologie investigative moderne, tra le quali la rielaborazione della fisionomia del volto con il sistema “Age progression”. (Saturno Notizie)

La Polizia di Stato diffonde il nuovo identikit di Giovanni Motisi, latitante dal 1998, inserito nell'elenco dei latitanti di "massima pericolosità" del "programma speciale di ricerca" del Ministero dell'Interno. (Tiscali Notizie)

Un nuovo identikit di Giovanni Motisi, detto U Pacchiuni (ovvero, il grasso in dialetto palermitano). Dopo la cattura di Matteo Messina Denaro, è lui l’ultimo grande latitante protagonista della fase stragista di Cosa nostra. (MeridioNews - Edizione Sicilia)

La Polizia di Stato ha diffuso il nuovo identikit di Giovanni Motisi, latitante di Cosa Nostra fra i più pericolosi nella lista del ministero. Motisi ha fatto perdere le sue tracce dal 1998. Il nuovo volto del mafioso è stato ottenuto tramite la tecnica Age progression. (Virgilio Notizie)

Due escavatori nuovi fiammanti. Due mezzi meccanici identici a quelli divorati dalle fiamme il 30 marzo e il 6 aprile 2012, a Castel di Lucio e a Tusa, nei due attentati intimidatori a danno dell’imprenditore Michelangelo Mammana. (Economia Sicilia)

Ricostruito il volto di Giovanni Motisi con la tecnica della age progression La polizia nelle scorse ore ha diffuso un nuovo identikit di quello che sarebbe stato il “killer di fiducia” di Totò Riina. (BlogSicilia.it)