Myanmar, ecco chi c’è dietro al colpo di stato dei militari

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Osservatorio Diritti ESTERI

I militari hanno fatto sapere che Aung San Suu Kyi è «in buona salute» e che si troverebbe ai domiciliari nella capitale Naypyitaw.

Leggi anche:. • Rohingya: perseguitati in Myanmar, malvoluti in Bangladesh e dimenticati dal mondo. • Colpo di stato in Myanmar: ecco cosa sta succedendo nell’ex Birmania. Myanmar, colpo di stato: l’appello dell’Onu. «In passato, questi movimenti di truppe hanno preceduto uccisioni, sparizioni e detenzioni su vasta scala», ha dichiarato Tom Andrews, relatore speciale delle Nazioni Unite. (Osservatorio Diritti)

La notizia riportata su altri giornali

Il raid della polizia è divenuto violento nel cantiere navale della città dopo che i dimostranti radunati hanno tentato di impedire gli arresti, hanno riferito dei reporter di France Presse sul posto. Almeno due persone sono rimaste ferite nella sparatoria (Tiscali.it)

- RANGOON, 20 FEB - Due manifestanti sono stati uccisi, di cui uno minorenne, e altri 30 sono stati feriti da colpi sparati dalle forze dell'ordine birmane in una manifestazione contro il golpe a Mandalay. (Tiscali.it)

“Confermiamo che la morte” della giovane “è avvenuta alle 11”, ha riferito un medico dell’ospedale nel quale era ricoverata aggiungendo che il suo corpo è stato già portato all’istituto di medicina legale per l’autopsia. (Improntaunika.it)

La pagina si chiama ‘Tatmadaw – True News Information Team’ e, secondo quanto spiegato da Facebook in una nota, ha più volte “violato le regole della comunità che vietano l’incitamento alla violenza”. (La Rampa)

È morta la donna di 20 anni colpita alla testa la settimana scorsa durante le manifestazioni contro il golpe in Birmania. “Confermiamo che la morte” della giovane “è avvenuta alle 11“, ha riferito un medico dell’ospedale nel quale era ricoverata aggiungendo che il suo corpo è stato già portato all’istituto di medicina legale per l’autopsia. (Il Valore Italiano)

I manifestanti sono particolarmente numerosi a Rangoon (Yangon), la principale città del Paese, ma sono migliaia anche a Naypyidaw, la capitale, molti dei quali in motocicletta. Molti uffici pubblici e banche sono inoltre paralizzati dalla campagna di disobbedienza civile. (La Nuova Sardegna)