Trattative per la tregua: Sarraj firma l'accordo, ma Haftar chiede tempo

Avvenire ESTERI

Il generale Khalifa Haftar, l'"uomo forte" della Cirenaica, e il presidente del governo di Tripoli di accordo nazionale, Fayez al Sarraj, si sono trovati oggi a Mosca per firmare un accordo.

«Abbiamo rifiutato di incontrare Haftar, i colloqui di Mosca sono tenuti con Turchia e Russia» ha detto il capo dell'Alto consiglio di Stato, Khaled al Mishri, che accompagna Sarraj.

A Mosca il premier di Tripoli Fayez al-Sarraj ha firmato la bozza di accordo sulla tregua in Libia, mentre Khalifa Haftar, uomo forte dell'est del Paese, ha chiesto tempo fino a martedì mattina. (Avvenire)

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(Foto Fotogramma). Il generale Khalifa Haftar, comandante dell'Esercito nazionale libico, ha lasciato Mosca senza firmare l'accordo per il cessate il fuoco sottoscritto ieri dal governo di accordo nazionale di Tripoli (Adnkronos)

Benché legittimato dall’Onu, il governo non è riconosciuto in tutta la Libia, in particolare nella Cirenaica che risponde ad Haftar. Nel 2015 il generale Haftar, forte del sostegno politico e militare dell’Egitto, viene nominato ministro della Difesa e Capo di Stato Maggiore dal governo cirenaico di Tobruk. (Sky Tg24 )

A Tripoli ha sede il governo di al Serraj e a Tobruk quello di Haftar. Haftar, dopo aver chiesto una notte di tempo per meditare sul testo ha ritenuto che il documento ignorasse «molte richieste dell'esercito nazionale libico». (ilGiornale.it)

Dopo la fumata nera del 13 gennaio 2020, oggi il maresciallo Khalifa Haftar ha lasciato Mosca senza firmare l’accordo di cessate il fuoco con il governo di accordo nazionale guidato da Fayez al-Sarraj. (Lettera43)

Nel lasciare Mosca, però, il maresciallo non avrebbe comunicato se e quando riprenderà i colloqui per la firma di una tregua. «Se Haftar continua così, la conferenza di Berlino non avrà senso», ha detto il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu, dopo che il generale libico ha lasciato Mosca senza firmare l'accordo. (Il Messaggero)

Arrivi che, sul fronte di Haftar, spingono il presidente del Parlamento di Tobruk, Aguila Saleh, a chiedere ai Paesi arabi di contrastare “l’invasione turca della Libia”. Alcuni sono già stati dispiegati in Libia, mentre altri sono ancora impegnati nell’addestramento in una struttura militare nel sud della Turchia (Il Fatto Quotidiano)