Nuova vittoria dei buonisti: dichiarati illegali i respingimenti dei migranti

ilGiornale.it INTERNO

Molti migranti sono stati sì respinti verso la Libia, ma dalla stessa Guardia Costiera libica, non da navi militari italiane.

A distanza di più di dieci anni, è arrivata una sentenza che dà diritto agli 89 migranti respinti di chiedere risarcimento e di rientrare in Italia per presentare domanda di protezione internazionale.

Era il 27 giugno 2009, un gruppo di 89 persone a bordo di un barcone partito dalle coste libiche, era giunto in prossimità delle acque italiane. (ilGiornale.it)

Ne parlano anche altri giornali

Questa la sentenza emessa nei giorni scorsi dal tribunale civile di Roma che, accogliendo un ricorso dell’Asgi e da Amnesty international Italia, ha deliberato che un gruppo di migranti soccorsi da una nave militare italiana nel 2009 e respinti hanno diritto al risarcimento del danno e all’ ingresso in territorio italiano per presentare domanda di asilo. (Stranieri in Italia)

I migranti avranno anche diritto a un risarcimento danni. Ad annunciarlo è stata Amnesty International che con l'Asgi aveva promosso un'azione contro il respingimento (LO SPECIALE MIGRANTI). (Sky Tg24 )

Il tribunale ha emesso la sentenza sulla cosiddetta “causa Osman e altri contro l’Italia“. Inoltre, chi li subisce dovrà essere risarcito e potrà presentare domanda di protezione internazionale in quel Paese. (CiSiamo.info)

Erano a bordo di un barcone con 89 persone partito dalla Libia e intercettato da una nave della Marina. I migranti furono riportati indietro e l'allora il ministro dell'Interno Roberto Maroni parlò di «svolta storica contro i clandestini». (ilGiornale.it)

Mar, 03/12/2019 - 12:26 — Costanza Castiglioni. Nel mezzo tra il populismo ed il rispetto della vita degli altri, arriva il Tribunale Civile di Roma, secondo il quale, chi subisce respingimenti, ha diritto ad essere protetto nel paese richiedente con un risarcimento danni alla persona. (Il sito di Firenze)

In altre parole, la sentenza riconosce che le persone in questione possano esercitare il diritto che gli è stato negato. Una sentenza estremamente importante, della quale tuttavia molti commentatori non hanno colto l’aspetto centrale. (Corriere della Sera)