Governo Draghi, Lo scontro sui sottosegretari svela le ansie dei partiti

Il Messaggero INTERNO

Alla fine deciderà Mario Draghi e tutti dovranno accettare, perché la vicenda dei sottosegretari non si risolve se si lascia la riffa in mano ai partiti in preda a contorsioni interne.

Inoltre c’è da decidere chi fra i sottosegretari avrà poi la delega da viceministro.

Il tutto svela le difficoltà che assediano i partiti e i rispettivi leader rispetto al nuovo corso e, forse, al nuovo equilibrio politico che seppur lentamente va emergendo

Nella Lega stavolta Salvini prova a tenere fermi i suoi nomi, anche se sul sottosegretario al Viminale ha dovuto cambiare cavallo. (Il Messaggero)

Ne parlano anche altri giornali

Tanto più se i partiti sono tanti e le richieste per ovvie ragioni si moltiplicano. Mario Draghi ieri ha cominciato a capire sulla propria pelle cosa significhi avere a che fare con i partiti e con le loro richieste. (La Stampa)

Rassegnato, il sottosegretario Garofoli, cui il premier ha delegato la partita del sottogoverno, ha ricominciato a fare i conti. Anche perchè Draghi vorrebbe tenere per sè 6/7 caselle per mettere persone di fiducia, tecnici, a fare da sentinelle nei ministeri affidati a politici. (Tiscali Notizie)

Leggi anche Governo Draghi, resta nodo su successore Carfagna. Fonti del Movimento 5 Stelle confidano che la partita possa chiudersi tra stasera e domani. Il nome che circola è quello di Stefano Candiani, meno 'divisivo' dal punto di vista dei dem di Nicola Molteni. (Adnkronos)

Secondo quanto riferiscono fonti di maggioranza all'agenzia di stampa Askanews Draghi avrebbe intenzione di nominare un nuovo ambasciatore italiano presso l'Unione europea. Ai 5 stelle, ridimensionati dalla decisione di 40 parlamentari di votare no alla fiducia, dovrebbero spettare 11 o 12 sottosegretari. (Today.it)

Con l'esecutivo Conte le poltrone erano 4: due viceministri e due sottosegretari. Lo scontro nel Pd fa slittare la nomina dei sottosegretari. (ilGiornale.it)

Stop allo spostamento tra le Regioni prolungato per altri trenta giorni e una linea quella del Presidente del Consiglio Draghi che tende a rafforzare i dialogo e la condivisione con gli amministratori locali, senza cedere sulla linea del rigore, imposta dai numeri e dalla diffusione delle varianti, che continuano a incidere in modo sempre più evidente sulla curva dei contagi (TG La7)