Papa: "Immorale uso e possesso di armi nucleari"

Adnkronos ESTERI

Possano le voci profetiche dei sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki continuare a servire da monito per noi e per le generazioni future".

Papa Francesco a Hiroshima nel novembre scorso (Afp). di Enzo Bonaiuto. Gli armamenti nucleari sono immorali e tutti i Paesi devono rinunciarvi per salvare la pace nel mondo.

E' l'appello di Papa Francesco, contenuto nel messaggio inviato al governatore di Hiroshima in occasione del 75° anniversario dello sgancio della bomba atomica sul Giappone, nella fase finale della seconda guerra mondiale (Adnkronos)

Ne parlano anche altri media

La Pace non è delegabile, la Pace riguarda ciascuno di noi, al di là delle origini etniche, delle scelte religiose e di vita di ciascuno. “La Pace non è un valore cui appellarsi in tempi di conflitti, in tempi di guerre e distruzioni. (RavennaToday)

Oltre alle registrazioni e alle testimonianze scritte, si moltiplicano le iniziative per mantenere vivo il ricordo di questa tragedia diventata universale. Le parole, le foto e i documenti traducono con più forza il messaggio originale. (Italia Oggi)

Il Pontefice ha spiegato di avere avuto, in passato, “il privilegio di poter venire di persona nelle città di Hiroshima e di Nagasaki”. Come le armi nucleari, capace di annientare in un istante intere città. (La Luce di Maria)

L’Italia sostiene con forza l’obiettivo di un mondo libero da armi nucleari, attraverso un approccio progressivo al disarmo che preveda il responsabile coinvolgimento di ogni Stato. Questa pandemia ha raggiunto praticamente tutti: abbiamo capito che siamo tutti vulnerabili e ci rendiamo conto che la vera sicurezza deve essere, in sostanza, condivisa”. (korazym.org)

Il 6 agosto del 1945, ossia ben 75 anni fa, è stata sganciata una bomba atomica ribattezzata “Little Boy” sulla città giapponese Hiroshima. Insieme a lui, anche Obama si recò nelle due città. (Tecnoandroid)

Ci fu la pace della Belle Époque fra il 1870 e il 1914 ma furono solo 44 anni, un record. Non si vedevano, dopo il lampo, feriti o squartati i brandelli insanguinati dei 93 mila che si dissolsero col primo botto. (Il Riformista)