Caso Pifferi, la psicologa scrive al pm: “Io umiliata, non voglio più lavorare in carcere”

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Ha scelto di avvalersi e di non rispondere alle domande del gip P.G., una delle due psicologhe indagate per falso e favoreggiamento nell'ambito del processo Pifferi. Secondo l'accusa, la donna avrebbe falsificato alcuni atti tra cui un test psicodiagnostico, aiutando Alessia Pifferi ad ottenere una perizia psichiatrica. L'imputata è a processo con l'accusa di aver lasciato morire di stenti la figlia Diana. (BergamoNews.it)

La notizia riportata su altre testate

C'è l'avvocato Angelo Leone, di Benevento, tra i difensori – l'altro è Priscilla Maione – di una delle due psicologhe del carcere di San Vittore indagate dalla Procura di Milano, per falso e favoreggiamento, al pari dell'avvocato Alessia Pontenani, legale di Alessia Pifferi (nella foto), 37 anni, accusata di aver lasciato morire di stenti, nel luglio 2022, la figlia Diana che aveva un anno e mezzo abbandonandola in casa per sei giorni. (Ottopagine)

Non ha risposto alle domande del pm di Milano Francesco De Tommasi, la psicologa Paola Guerzoni del carcere di San Vittore indagata assieme ad una collega per falso e favoreggiamento, perché, secondo l'accusa, avrebbe in sostanza aiutato, falsificando alcuni atti tra cui un test psicodiagnostico, Alessia Pifferi, a processo per aver lasciato morire di stenti la figlia Diana, ad ottenere una perizia psichiatrica. (leggo.it)

Entrambe le psicologhe del carcere di San Vittore, indagate per favoreggiamento e falso ideologico in una costola parallela del processo ad Alessia Pifferi, la mamma che ha lasciato morire di stenti la piccola Diana, sono rimaste in silenzio nell’interrogatorio davanti al pm Francesco De Tommasi. (IL GIORNO)

“L’azione inquirente, per come in questi giorni è stata rappresentata, potrebbe rischiare di compromettere la serenità dei nostri colleghi che operano all’interno del sistema penitenziario, con pregiudizio per un servizio delicato, esercitato con passione, competenza e ben pochi riconoscimenti”: questa la posizione del Consiglio dell’Ordine degli psicologi lombardi, dopo l’avvio dell’inchiesta a … (La Repubblica)

Sono parole messe per iscritto quelle di Paola G., la psicologa di Alessia Pifferi, la donna a processo per aver lasciato morire di stenti la figlia Diana di 18 mesi. La professionista, 58 anni, è indagata assieme ad una collega per falso e favoreggiamento, perché, secondo l'accusa, avrebbe aiutato Alessia Pifferi, falsificando alcuni atti tra cui un test psicodiagnostico al fine di ottenere una perizia psichiatrica. (ilGiornale.it)

Si definisce "annientata" e sicura di non volere "mai più" lavorare in un carcere. Secondo l'accusa le due psicologhe avrebbero in sostanza aiutato, falsificando alcuni atti tra cui un test psicodiagnostico, Alessia Pifferi a ottenere una perizia psichiatrica. (Today.it)